Ha suscitato scalpore la notizia della morte di Lucio Magri, fondatore del quotidiano "Il Manifesto" insieme a Luigi Pintor, Rossana Rossanda e Aldo Natoli, nonchè ex parlamentare del Pdup e del Pci. Lucio Magri ha deciso di morire in Svizzera in quanto la legislazione elvetica ammette quello che viene chiamato, con un orribile ossimoro, "suicidio assistito". Vediamo di cosa si tratta.
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-L'eutanasia (ovvero la "dolce morte", l'interruzione della vita da parte di un medico) è vietata in Svizzera come in Italia. Tuttavia, nella Confederazione elvetica è consentito l'accompagnamento alla morte, un procedimento noto come "suicidio assistito".
-L'art.115 del Codice Penale elvetico, entrato in vigore nel 1941, non punisce chi istiga o presta aiuto al suicidio a meno che non lo faccia per "motivi egoistici".
-Per accedere al suicidio assistito è necessario che la malattia sia dichiarata incurabile e che la persona soffra di dolori insopportabili o accusi handicap intollerabili.
-Nel febbraio 2011 la Corte Suprema svizzera ha equiparato i gravi disturbi mentali a quelli fisici, aprendo la strada al ricorso al suicidio assistito anche per questi malati.
-Le associazioni che offrono assistenza al suicidio assistito sono la "Dignitas" per chi viene dall'estero ed "Exit" per i cittadini svizzeri. Sono associazioni aperte a tutti i maggiorenni capaci di intendere e di volere. Le operazioni devono svolgersi obbligatoriamente in territorio elvetico.
-"Exit Italia" è l'associazione, senza scopo di lucro, che da oltre dieci anni si batte per rivendicare il diritto a una morte dignitosa soprattutto per i malati terminali. Gli aderenti a "Exit Italia" sottoscrivono un testamento biologico, che viene poi restituito vidimato, assieme alla tessera personale. Ciascun socio ordinario di "Exit Italia" versa una quota annuale di 20 euro. "Exit Ialia" ha sottoscritto un'intesa con "Dignitas".
-La Dignitas richiede un anticipo di importo imprecisato (secondo il quotidiano La Repubblica sarebbe di circa 5.600-8.400 euro) che comprende la fase di preparazione, le due visite mediche obbligatorie e l'accompagnamento alla morte.
-La morte viene indotta grazie ad un farmaco, il pentobarbital di sodio, che viene sciolto nell'acqua. Il narcotico in 2-3 minuti trascina in un coma profondo e porta al decesso.Tale farmaco non è in vendita liberamente nelle farmacie svizzere e deve essere prescritto da un medico svizzero che dà il via libera dopo un colloquio approfondito.
-Il 15 maggio 2011 gli elettori svizzeri hanno votato un referendum che chiedeva di mettere al bando il suicidio assistito. l'85% ha votato contro la revoca.
-Fino ad oggi sono stati 1.138 i pazienti che la Dignitas ha assistito da quando ha iniziato l'attività (dati fino al dicembre 2010). Sono 200 le persone che ricorrono ogni anno alla morte assistita in Svizzera. Nel 2010 Sono 19 i pazienti italiani (di cui 2 in depressione) la cui morte è stata assistita dalla clinica Dignitas.
Fonte, La Repubblica, 30 novembre 2011