La collocazione della Democrazia al “centro” del sistema politico fu la diretta conseguenza del quadro politico generatosi in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale e con l’inizio della Guerra Fredda. Il fascismo a destra e il comunismo a sinistra spinsero “naturaliter” la Dc al centro del sistema politico di un paese che non era mai uscito completamente dalla logica degli “opposti estremismi”. Pertanto, non vi era nulla di ideologico nell'invenzione lessicale del “centro” che qualcuno oggi vorrebbe riesumare senza che ne sussistano le condizioni. -segue-
Uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi tempi è, senza dubbio, il Meccanismo Europeo di Stabilità, il cosiddetto Mes. Si tratta di un istituto entrato in vigore nel luglio 2012 al posto del vecchio Efsf (European Financial Stability Facility) che aveva la finalità di preservare la stabilità finanziaria in Europa e di fornire assistenza agli Stati dell’Ue con elevato debito. Anche il Mes è un Fondo salva-stati il cui compito precipuo è di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri dell’Ue a rischio default attraverso due strumenti.
Pier Paolo Pasolini la sera del 12 dicembre 1969 è a casa di Michelangelo Antonioni con Alberto Moravia; riceve la notizia della strage e nella notte tra il 12 e il 13 scrive Patmos, un’orazione civile che trasuda indignazione e turbamento la cui struttura compositiva segue il principio dell’alternanza di tre voci: quella di S. Giovanni che scrive l’Apocalisse proprio nell’isola greca del titolo, quella dello stesso Pasolini e quella della cronaca dei fatti di Piazza Fontana. Il risultato è una piccola biografia incendiaria che rifiuta la notizia che trasforma le vite umane in numeri.
Il mondo delle aste giudiziarie rappresenta uno spaccato di quello che Geoff Mulgan ha definito il “capitalismo delle locuste” nel quale il sistema bancario tende a mostrare tutta la propria protervia nei confronti degli anelli deboli della società per poi mostrare la propria pavida accondiscendenza verso gli amici e amici degli amici, come hanno dimostrato le numerose inchieste degli ultimi anni. C'è qualcosa di profondamente iniquo nella nostra economia che finisce per dare ragione a Petrolini secondo il quale “occorre sempre colpire i poveri, hanno poco ma sono in tanti”. Scusate, ma la democrazia è un'altra cosa.
L'epoca del “riflusso” rappresentò un periodo di netta cesura che, sul piano culturale, concorse a creare la prima faglia tra padri e figli. Eppure, malgrado questa frattura, esacerbata dall’avvento della tv commerciale prima e dei social dopo, entrambi sono curiosamente accomunati da quella singolare patologia sociale che si usa definire “presentismo”. Infatti, vivono parimenti appiattiti sul presente, con una peculiarità: per i giovani conta il presente ed il futuro prossimo, per gli adulti conta il presente e il passato remoto: per ogni adulto, il futuro conta per quel poco che resta da vivere.
L'andamento positivo dell'economia italiana rappresenta un dato congiunturale incoraggiante che deve essere, tuttavia, rapportato ad una serie di distorsioni strutturali su cui risulta utile riflettere. Esiste un dato in grado di rappresentare compiutamente i limiti, ormai cronici, del sistema-paese: su 59 milioni e 236mila di persone residenti, lavorano solo 23 milioni e 182mila: come dire, quattro su dieci, pari al 39% della popolazione. Vediamo chi sono i soggetti di cui si compone il 61% che non lavora all’interno del quale occorre ricomprendere i pensionati e i giovani impegnati nell'adempimento dell'obbligo scolastico.
La giustizia in Italia è lenta, lo sanno tutti, talvolta è strana, incomprensibile. Per quella storia terribile del sequestro e della morte di Cristina Mazzotti però la giustizia dopo un cammino lunghissimo, durato quasi cinquant’anni, sta giungendo a un epilogo che dovrebbe portare alla condanna anche quei quattro banditi che la sera del 30 giugno 1975 avevano scrupolosamente e con perizia criminale, compiuto materialmente il rapimento di Cristina, mentre assieme all’amica del cuore, Emanuela Luisari, stava tornando nella sua casa a Eupilio, sull’auto del boy-friend Carlo Galli.
Il tema della guerra finirà per rendere chiari i contorni e le specificità di ogni singola destra: quella che crede nella democrazia liberale e nel libero mercato, quella nazionalista e xenofoba, quella che, nel solco del pensiero di Vladiminir Putin (illustrato nella celebre intervista al Financial Times di qualche anno fa), ritiene la soluzione autoritaria l'unico rimedio per arginare la globalizzazione. Pertanto occorre ammettere che, come esistono più sinistre, così esistono più destre: sta sempre al cittadino scegliere quella migliore ed evitare accuratamente quella peggiore.
Da anni i docenti si vedono costretti a combattere una sorta di guerra non dichiarata con i social che, sul piano educativo, da lungo tempo hanno soppiantato la scuola nella capacità di forgiare il linguaggio, gli abiti mentali e l'universo simbolico dei giovani. La nascita dell’Intelligenza Artificiale rappresenta un ulteriore salto di qualità di quella “civiltà digitale” di cui non solo la scuola ma l'intera cultura occidentale stenta a cogliere le implicazioni. Gli anni a venire saranno determinanti per la scuola italiana che dovrà essere in grado di reggere un confronto che finora, con Tv commerciale e Internet, l'ha vista perdente.
All’interno delle società democratiche, assistiamo ad una sorta di corto circuito che finisce per rendere normali situazioni che non lo sono affatto. In questo modo il cittadino viene “educato” a non indignarsi davanti ad una serie stratificata di aberrazioni che collidono con lo spirito di una vera democrazia. Si ponga mente al caso di un amministratore delegato di un istituto di credito che veda moltiplicare i propri emolumenti malgrado il risparmiatore si veda costretto a subire l’impennata delle rate del mutuo. Parimenti, si ponga mente alle stock options elargite ai manager come premio per la “ristrutturazione” aziendale, espressione melliflua con la quale si tende a edulcorare la natura bieca di questa tipologia di operazioni.