In tema di comunione legale tra i coniugi, in presenza di un accertamento di fatto che confermi la provenienza donativa non di tutto, ma soltanto di una parte del denaro utilizzato per l’acquisto di un bene, quest’ultimo deve ritenersi di proprietà esclusiva del donatario soltanto per la parte del suo valore effettivamente corrispondente all’entità della donazione ricevuta, e non invece per l’intero, restando la residua parte del valore del cespite, non acquistata con denaro personale dell’intestatario, soggetta al regime della comunione legale tra coniugi. Cass. civ., sez. II, 16 luglio 2021, n. 20336
Le domande relative a diritti di credito, analoghi per oggetto e per titolo, in quanto fondati su fatti costituitivi assimilabili, non possono essere proposte in giudizi diversi, quando i relativi fatti costitutivi si inscrivano nell’ambito di una relazione unitaria tra le parti, anche di mero fatto, caratterizzante la concreta vicenda da cui deriva la controversia. (Corte di Cassazione, sez. II Civile, ordinanza n. 14143/21; depositata il 24 maggio)
Niente risoluzione del contratto e niente restituzione del prezzo. Esclusa anche l’ipotesi di un risarcimento. Nessun addebito è possibile nei confronti dell’azienda produttrice che ha provveduto a sostituire l’apparecchio rivelatosi difettoso dopo l’acquisto. Irrilevante il dettaglio del colore. (Corte di Cassazione, sez. II Civile, ordinanza n. 14106/21; depositata il 24 maggio)
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una coppia di genitori nei confronti del decreto con cui il Tribunale per i minorenni di Catanzaro aveva affidato due figlie al servizio sociale di Roggiano Gravina e la terza figlia presso la zia materna, nonostante la mancata nomina di un curatore speciale che rappresentasse le minori in giudizio a tutela dei loro interessi. (Corte di Cassazione, sez. I Civile, ordinanza n. 8627/21; depositata il 26 marzo)
Protagonista della vicenda un avvocato di Bologna, ritrovatosi all’improvviso col proprio profilo personale cancellato dal noto social. Inevitabile la battaglia legale con la società proprietaria di Facebook. In primo grado i Giudici hanno ritenuto evidente la lesione subita dalla persona, che ha perciò diritto a un risarcimento. (Tribunale di Bologna, sez. II Civile, ordinanza 10 marzo 2021)
La l. n. 28/2010 prevede che, in tema di opposizione a decreto ingiuntivo, l’onere di attivarsi per promuovere la mediazione spetta all’opposto e che l’attribuzione a quest’ultimo non è irrilevante sul piano delle conseguenze, in quanto, pur essendo la pronuncia quella di improcedibilità, se l’onere spetta all’opposto il decreto ingiuntivo è revocato, mentre se l’onere è fatto gravare sull’opponente l’ingiunzione diventa irrevocabile. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 3, ordinanza n. 8015/21; depositata il 22 marzo)
Azione revocatoria fallimentare – Nozione dei termini d’uso di cui all'art. 67, comma 3, lett. a) - Riferibilità alle modalità di pagamento invalse tra le parti. Il rinvio dell'art. 67, comma 3, lett. a), l.fall. ai "termini d'uso", ai fini dell'esenzione dalla revocatoria fallimentare per i pagamenti di beni e servizi effettuati nell'esercizio dell'attività d'impresa, attiene alle modalità di pagamento concretamente invalse tra le parti, dovendo il giudice di merito verificare anche l'eventuale sistematica tolleranza del creditore di ritardi nei pagamenti rispetto alle scadenze pattiziamente convenute. (Cassazione civile, sez. I, 18 Marzo 2019, n. 7580)
Nel giudizio divorzile in appello, che si svolge, ai sensi della l. n. 898 del 1970, art. 4, comma 15, secondo il rito camerale, di per sé caratterizzato dalla sommarietà della cognizione e dalla semplicità delle forme, va esclusa la piena applicabilità delle norme che regolano il processo ordinario ed è quindi ammissibile l’acquisizione di nuovi mezzi di prova, in specie documenti, a condizione che sia assicurato un pieno e completo contraddittorio tra le parti. (Corte di Cassazione, sez. I Civile, ordinanza n. 27234/20; depositata il 30 novembre)
Pronuncia della Corte di cassazione in tema di responsabilità professionale per inadempimento alle prestazioni dovute: risarcibili le sanzioni conseguenti all’accertamento fiscale e i maggiori tributi dovuti alla non corretta tenuta della contabilità da parte del professionista.
Il lavoratore ha diritto ad una piena esplicazione del diritto di difesa di fronte alla sanzione disciplinare irrogatagli. Questa garanzia, dettata dall’art. 7 della Legge n. 300/1970, consente di accordare al lavoratore anche la possibilità di maturare un ripensamento: dopo aver presentato giustificazioni scritte senza formulare alcuna richiesta di audizione orale, il prestatore ha diritto ad essere ascoltato. SEGUE