Alle ore 18.49 del 28 gennaio 1966 esplose sul villaggio di Sthur il Corvair che trasportava la nazionale italiana di nuoto al meeting di Brema. Non ci furono superstiti. 47 morti complessivi, compresa l'intera spedizione azzurra che avrebbe partecipato al meeting in vista dei Giochi del Messico del 1968. Il nostro tributo a quei giovani campioni il cui volto, come disse Pasolini, "dimostravano un completo, totale abbandono alla vita". SEGUE
----------------------
Alle ore 18.49 del 28 gennaio 1966 esplose sul villaggio di Sthur il Corvair che trasportava la nazionale italiana di nuoto al meeting di Brema. Non ci furono superstiti. 47 morti complessivi, compresa l'intera spedizione azzurra che avrebbe partecipato al meeting in vista dei Giochi del Messico del 1968. L'aereo era un bimotore della Lufthansa che, partendo da Francoforte, aveva come meta Brema.Come per il mitico Grande Torino (Superga 1949), anche stavolta un incidente aereo causava la morte di tanti giovani campioni. In un paese che è solito porre il calcio al centro dello sport nazionale, questa tragedia è sempre stata ingiustamente ignorata dalla grande stampa. Per questo motivo riteniamo giusto tributare il nostro ricordo a quei ragazzi di cui è giusto ricordare i nomi:
-Daniela Samuela, 17 anni;
-Carmen Longo, 19 anni;
-Amedeo Chimisso, 20 anni;
-Sergio De Gregorio, 20 anni;
-Luciana Massenzi, 21 anni;
-Chiaffredo "Dino" Rora, 21 anni;
-Bruno Bianchi, il capitano, 23 anni;
-Paolo Consoli, l'allenatore, 56 anni;
-Nico Sapio, giornalista Rai.
Chi si salvò fu Bubi Dennerlein in modo del tutto casuale: poichè era in rotta con la federazione, il nuotatore decise di restare a casa.