Il sesso nel costume quotidiano degli italiani tra ipocrisia e perbenismo. Una riflessione ironica sulle abitudini degli italiani i quali, come diceva Montanelli, a forza di essere tolleranti, rischiano di "trasformare il paese in un'immensa casa di tolleranza"
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Ormai è chiaro, il male del secolo non è quello, sinistro ed impronunciabile, che tutti conosciamo. Il vero male è un altro, si chiama “satiriasi”, figlio del più peccaminoso dei vizi capitali, la lussuria. La Chiesa se ne faccia una ragione, resteremo sempre un popolo di impenitenti peccatori. Tanto, si vive una sola volta e poi ci rassicura sapere che il Signore è sempre misericordioso. Da tempo la televisione ha sdoganato l’adulterio che, per un buon cattolico, resta pur sempre “coitus in vaso indebito”. Ci sono sceneggiati televisivi in cui le corna imperversano che è una meraviglia. Tradire è diventato lo sport più diffuso nel paese che, rispetto al calcio, vanta perfino più giocatori che tifosi. Si dice che le donne tradiscano più degli uomini ma, si sa, lo fanno con discrezione. Gli uomini, al contrario, conservano il vezzo radiofonico di magnificare ogni prodezza clandestina. Casanova e Rodolfo Valentino potevano nascere soltanto in Italia. Il matrimonio vive una grave recessione e sembra dare una ragione ad una vecchia boutade di Elias Canetti: se volete dimenticare una donna, dovete sposarla. Per tanti, monogamia fa rima con monotonia. Sorge il sospetto che l’ostilità per i musulmani, in fondo, sia solo invidia. Uno dei teoremi classici della matematica maschile è che la quantità di donne che un uomo può possedere è direttamente proporzionale al suo reddito. Come diceva Pitigrilli, il denaro non da’ la felicità ma è un ottimo alimentatore di energia. La prostituzione resta il mestiere più antico del mondo. E’ l’unico reddito da lavoro autonomo completamente esentasse ma lo Stato finge pudicamente di non saperlo. L’on. Merlin credeva di poter abolire il meretricio per decreto. La Svizzera ci è grata: per tanti, Lugano significa un’ora di felicità, per altri magari solo un quarto d’ora, dipende dalla preparazione atletica. Ci sono uomini che frequentano lupanari come se andassero a messa. Si dice che certe liturgie siano più diffuse tra i ricchi che poi, nei giorni festivi, usano riconciliarsi con Dio. Ammettiamolo, siamo sempre stati un popolo un po’ ipocrita: vizi privati e pubbliche virtù. Siamo cattolici a giorni alterni, crediamo che i divieti della Chiesa siano come i semafori lampeggianti: non segnalano il rosso, dunque invitano solo alla prudenza. Ci fingiamo scandalizzati per i costumi sessuali dei nostri politici ma in realtà ne siamo divertiti e, talora, ammirati. Siamo un popolo straordinario, sempre capace di trasformare il dramma in melodramma. Marcello Veneziani ha scritto che uno dei motti più popolari che circolavano nella Roma papalina recitava così: il peccato de fregna Dio non lo segna. Si dice che Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, fosse così famelica da meritarsi sul campo l’epiteto di “meretrix Augusta”, prostituta imperiale. E’ dunque vero che il sesso oppio dei popoli non è di oggi ma attenti che, in nome della tolleranza, il paese non diventi un’immensa casa di tolleranza.