L'ostilità di Salvini nei confronti dell'Europa ha una chiara connotazione ideologica che nulla ha a che vedere con l'emergenza umanitaria di questi anni che, di contro, viene strumentalizzata per alimentare la rabbia dei cittadino al quale viene raccontata la favola che, senza l'Europa (cioè, con i vecchi Stati-nazione), c'era ricchezza per tutti. In realtà, Salvini tende a nascondere una verità fondamentale: la ricchezza dei vecchi Stati non dipendeva dalla inviolabilità dei loro confini ma dal controllo dei mercati mondiali. Con l'irrompere di stati come Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica (i c.d. Brics), oggi, quel mondo, non c'è più. La nostalgia può anche portare voti ma non potrà aiutare certamente a vivere meglio.
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Nella politica italiana l'uomo del momento é certamente Matteo Salvini. Il segretario della Lega é un vero politico di razza che, come il Principe di Machiavelli, non dice sempre ciò che pensa e non pensa sempre ciò che dice. E' scaltro, astuto, perfino camaleontico: in tv sa essere sobrio e ammiccante; di contro, sui social, gli piace apparire tronfio e digrignante. Non é antipatico come Renzi, stella occidua del Pd, fiero toscanaccio che tracima di spocchia. Non ha la simpatia e il sorriso maliardo di Berlusconi, ma sa essere più spregiudicato nella narrazione di un paese che la crisi ha reso irriconoscibile. L'isteria collettiva davanti agli sbarchi impedisce ad una larga parte del paese di discutere con serenità di quella che, impropriamente, viene tuttora definita “emergenza immigrati”. Senza quella isteria, probabilmente non ci sarebbe questa esplosione di consensi attorno ad un ministro dell'interno il quale punta a tenere alta la temperatura del paese alimentandone le inquietudini. Il disegno di Salvini risulta chiaro ed inequivocabile: far credere agli italiani che la vera causa dei nostri mali sia l'Europa. In questo senso, occorre subito chiarire che l'anti-europeismo di Matteo Salvini ha una forte connotazione ideologica che tende ad usare la questione dei migranti al solo fine di corroborare un disegno di destabilizzazione dell'architettura europea di cui il lepenismo rappresenta l'espressione più antica. La verità é che Matteo Salvini rappresenta un partito nazionalista e xenofobo che confermerebbe questa vocazione identitaria anche senza il problema degli sbarchi. Nei giorni scorsi sono apparse delle cifre che dovrebbero far riflettere. In Europa, ci sono 515 milioni di abitanti. Nel 2018 sono sbarcati in Europa 45 mila migranti (nel 2015 sono stati oltre un milione). Sempre quest'anno, nel nostro paese i migranti finora sbarcati sono 16.600, cioè, l'80 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Da questi semplici dati si evince, quindi, che le cose stanno cambiando. Ciò malgrado, il nostro ministro dell'interno non esita a dare assoluta priorità a questo tema che, evidentemente, sul piano elettorale é destinato a pagare. Perchè ciò non accada, ai suoi avversari (ma, anche, ai suoi alleati) converrebbe spiegare che la, pur legittima e comprensibile, rabbia dei cittadini per le gravi inadempienze dell'Europa sugli sbarchi, non deve condurre il nostro paese a ritenersi quella “nazione proletaria” che la Storia invita al grande riscatto nei confronti delle spietate “plutocrazie”. Se vogliamo, lo schema di Salvini si fonda sulla riedizione di questa triste pagina della nostra storia che rischia di mettere a repentaglio la fiducia nelle istituzioni democratiche. Ci troviamo davanti ad un virus che l'Europa rischia di alimentare se non si capisce che é necessario cambiare immediatamente registro se vogliamo arginare il ritorno dei nazionalismi. Come Marine Le Pen in Francia e Farage in Inghilterra, Matteo Salvini non crede nell'Europa per tutto ciò che essa rappresenta: formazione di aree sempre più vaste di libero scambio, liberalizzazione dei mercati, creazione di unioni politiche e monetarie. Si tratta dei postulati fondamentali di quella “società aperta” che rappresenta l'obiettivo più alto e più nobile di una democrazia. E' giusto ricordare che quei postulati hanno originato il lento declino degli Stati-nazione che ha condotto al più lungo periodo di pace che l'Occidente abbia mai conosciuto. L'ostilità di Salvini nei confronti dell'Europa ha, pertanto, un forte sostrato ideologico che nulla ha a che vedere con l'emergenza umanitaria di questi anni che, di contro, viene strumentalizzata per alimentare la rabbia dei cittadino al quale viene raccontata la favola che, senza l'Europa (cioè, con i vecchi Stati-nazione), c'era ricchezza per tutti. In realtà, Salvini tende a nascondere una verità fondamentale: la ricchezza dei vecchi Stati non dipendeva dalla inviolabilità dei loro confini ma dal controllo dei mercati mondiali. Con l'irrompere di stati come Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica (i c.d. Brics), oggi, quel mondo, non c'è più. La nostalgia può anche portare voti ma non potrà aiutare certamente a vivere meglio.