Un cittadino italiano ha costituito in pochi giorni, via Internet, una società a responsabilità limitata con sede a Londra. Spesa complessiva: 50 sterline! La nostra pubblica amministrazione, di contro, seguita ad essere lenta e farraginosa e continua a rappresentare per il cittadino più un incubo che un sostegno come, invece, dovrebbe essere.
Cos’è la burocrazia se non un sistema, più o meno complesso, in cui ciascuno cerca di sfuggire alle proprie responsabilità ?
E più è lunga la catena degli scaricabarili e più diventa infernale e complesso il meccanismo di coloro che devono affrontarla.
Ma se non c’è una volontà superiore di dare un taglio alla catena, questa può anche assumere proporzioni proteiformi e incontrollate, come una brutta malattia lasciata a se stessa.
Nel nostro Paese purtroppo ne sappiamo qualcosa, soprattutto quando si parla di avviare un’impresa, con mille lacci e lacciuoli da slegare, con una serie inenarrabile di ostacoli da superare davanti al proprio cammino, con una normativa pletorica e spesso masochistica e con Enti vari che amano rendere la vita un inferno a tutti coloro che vogliono contribuire alla creazione di ricchezza per se stessi e per gli altri.
L’imprenditore infatti non è necessariamente quella figura avida e senza scrupoli che vuole sfruttare il lavoro altrui.
E’ ovvio che si muove per il proprio tornaconto, è ovvio che vuole migliorare la propria condizione economica e, se possibile, arricchirsi. Ma se lo fa rispettando le Leggi che male c’è?
E’ anche ovvio che se l’impresa prospera e crea profitti, ce n’è sia per il Fisco, e quindi per l’intera collettività, che per il sistema economico che ne beneficia. Ci sono cittadini che ne traggono del reddito e ci sono quindi più posti di lavoro.
Se l’azienda prospera, normalmente ne traggono benefici anche soggetti diversi dall’imprenditore.
E quindi – constatata tale ovvietà – perché il nostro sistema-Paese è così ottuso da impedire o comunque intralciare tutto ciò ?
Perché in questo nostro Paese ci sono tante intelligenze individuali che non riescono a formare una coscienza collettiva in grado di migliorare le cose ?
Perché i nostri governanti locali e centrali non si adoperano per rendere il sistema-Paese un po’ più sostenibile ed amichevole ?
Perché dobbiamo leggere notizie (e prendere rabbia) quali quella dell’ex-manager italiano che in pochi giorni costituisce via Internet una società a responsabilità limitata con sede a Londra e spende solo 50 sterline e il sistema britannico – lungi dal volerlo ostacolare – gli offre anche consulenza contabile, fiscale e legale gratuita ?
Provate a costituirne una in Italia di società con l’equivalente in Euro di 50 sterline …
Ma è solo l’inizio: subito dopo, quando prendete visione della legislazione sul lavoro, sulla privacy, sulle varie “messe a norma” di questo e di quell’impianto, delle norme sanitarie, della normativa fiscale, e qui mi fermo, vi passa la voglia.
Perché l’ex-manager sopra citato (fonte: il Sole 24 Ore del 14 Aprile 2009) è riuscito ad avviare con facilità una gelateria in Inghilterra ed è stato ben accolto dal sistema locale, mentre se avesse voluto fare altrettanto qui da noi si sarebbe pentito chissà quante volte, dopo aver iniziato una corsa ad ostacoli senza fine ?
Noi italiani, così apprezzati all’estero per la nostra intraprendenza, intelligenza e creatività, siamo condannati in eterno ad avere un sistema che incentiva a delocalizzare noi stessi ?
E chi ci guadagna