Una riflessione ironica e disincantata sui paradossi del nostro paese dove destra e sinistra sono diventate ntercambiabili e dove Patrizia D'Addario impeversa sulla stampa dicendo di non essere peggiore dei politici..
Dopo la fusione, è già pronta la scissione. Spira brutta aria dalle parti del Pd che, dopo una travagliata gestazione, ha partorito il segretario. La matematica ci dice che Bersani è il risultato della somma tra D’Alema e Rosy Bindi. Sta per nascere l’asse Casini-Rutelli, operazione più spregiudicata che coraggiosa. Obiettivo, il famigerato Grande Centro che, nella topografia politica italiana, è una sorta di rotonda utile per eliminare due semafori assai fastidiosi (Bossi e Di Pietro). Sul versante opposto, le cose non stanno meglio. Alla querelle Fini-Berlusconi si è sovrapposta quella Tremonti-Berlusconi: sommandole, si ha come risultato parziale Fini-Tremonti. Poiché c’era già l’asse Bossi-Tremonti, il risultato finale è Fini-Bossi, ennesima prova che, in politica, la matematica sortisce esiti talora stupefacenti. La politica italiana sembra essere diventata una giostra impazzita. Il lento declino di Berlusconi fa da contrappunto alla velocità con cui tante anime belle vagolano inquiete. Questo confuso bailamme disgusta il premier perché, nella storia, l’ingratitudine del servo ha sempre indignato il ricco signore. Si naviga a vista, la nebbia si fa spessa e non è dato sapere dove condurranno le nuove correnti. Spira brutta aria nel paese. Sulla stampa si consumano indicibili fescennini. Aleggia il fantasma di Pecorelli. I giornali guerreggiano a colpi di dossier e in questo si intravede la manina dei servizi che, quando il gioco si fa duro, si rivelano sempre tempestivi. Se la parola d’ordine è “riposizionarsi”, manca ancora all’appello la Massoneria che, come il Signore, c’è ma non si vede. A proposito, Ratzinger a destra e Tettamanzi a sinistra sono la prova che il Vaticano sa coprire bene il campo e qui, una volta tanto, non c’entra Mourinho. Destra e Sinistra sono diventate intercambiabili. Franceschini manca di umorismo e si indigna davanti alla proposta di Tremonti che rivuole il posto fisso ma, in fondo, era solo un pensiero autobiografico. Mentre la Destra è diventata filo-russa, ora la Sinistra è filo-americana: passano gli anni ma restiamo sempre il paese di Totò e Peppino. Il Corriere della Sera vagheggia che, se cade Berlusconi, l’uomo giusto è Montezemolo. Dissentiamo risolutamente, molto meglio Fabio Capello, con Dolce e Gabbana alle Pari Opportunità e Montalbano alla Giustizia. Se proprio dobbiamo cambiare governo, almeno cerchiamo di non scendere di livello. Grazie a Marrazzo sappiamo ora che le tette finte sono di sinistra mentre quelle vere sono di destra. Finalmente un po’ di chiarezza la dobbiamo anche a Patrizia D’Addario che ha dichiarato che non c’è nessuna differenza tra le sue opere e quelle dei politici. Battuta celebre di Ennio Flaiano: non si può essere fascisti, intelligenti e onesti. Primo, perché un fascista intelligente non è onesto; secondo, perché un fascista onesto non è intelligente; terzo, perché un intelligente e onesto non può essere fascista. Ora, togliete il termine fascista e metteteci quello che volete, tanto, alla fine il risultato non cambia. Orate fratres!