Sistema maggioritario: si fonda sulla creazione di collegi c.d. “uninominali” nei quali, cioè, le forze politiche si contendono un solo seggio. Ciò obbliga tutti partiti a non “correre” da soli ma a creare delle coalizioni che finiscono per dare vita ad un sistema bipolare (centro-destra e centro-sinistra). Segue
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Sistema maggioritario: si fonda sulla creazione di collegi c.d. “uninominali” nei quali, cioè, le forze politiche si contendono un solo seggio. Ciò obbliga tutti partiti a non “correre” da soli ma a creare delle coalizioni che finiscono per dare vita ad un sistema bipolare (centro-destra e centro-sinistra).
Questo sistema tende a dare maggiore forza ai partiti più grandi per cui trattasi di un sistema elettorale caratterizzato da un deficit di rappresentatività in quanto incline a sottorappresentare i partiti minori. Ciò accade soprattutto nel sistema maggioritario “a turno unico” (o “uninominale secco” o “plurality”), in vigore nel Regno Unito e in gran parte dei Paesi anglosassoni. Per colmare questa lacuna, in alcuni paesi (Francia) è stato adottato come correttivo il “doppio turno” (o “majority) che consente ai partiti che hanno superato la soglia del 12,5% di accedere al secondo turno (c.d. ballottaggio). Il collegio uninominale obbliga i contendenti a schierare un solo candidato e il seggio unico del collegio viene attribuito alla forza politica che ha ottenuto la maggioranza dei consensi (da qui il nome di “maggioritario”). Il vantaggio di questo sistema è di eliminare la frammentazione del quadro politico da cui discende solitamente l'instabilità dei governi.