Malgrado sia opinione comune che, per essere effettiva, la separazione legale imponga ai due coniugi di avere una residenza diversa, in molti casi i Tribunali italiani hanno autorizzato temporaneamente i coniugi separati a continuare a vivere nella stessa casa (ad esempio, fino alla vendita dell'abitazione coniugale cointestata; oppure fino a quando il marito disoccupato non abbia reperito una stabile occupazione). Si tratta, in ogni caso, di ipotesi temporanee e straordinarie. SEGUE
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Malgrado sia opinione comune che, per essere effettiva, la separazione legale imponga ai due coniugi di avere una residenza diversa, in molti casi i Tribunali italiani hanno autorizzato temporaneamente i coniugi separati a continuare a vivere nella stessa casa (ad esempio, fino alla vendita dell'abitazione coniugale cointestata; oppure fino a quando il marito disoccupato non abbia reperito una stabile occupazione). Si tratta, in ogni caso, di ipotesi temporanee e straordinarie. In proposito, risulta utile ricordare che, con sentenza n. 3323 del 2000 della I Sez. Civile, la Corte di Cassazione ha statuito che i coniugi "separati in casa" possano ottenere il divorzio pur avendo continuato a vivere nella stessa casa durante la separazione legale. A detta degli ermellini, rileva che tra le parti non vi sia stata la riconciliazione intesa come "comunione spirituale", ossia la volontà di "riservare al coniuge la posizione di esclusivo compagno di vita". In pratica, pur continuando a vivere nella stessa casa, le parti possono provvedere autonomamente alle rispettive esigenze, dormire in camere diverse, pranzare e cenare separatamente.