La nostra classe politica ama rivolgersi al cittadino lusingandone le aspettative senza mai farlo riflettere sulle molteplici implicazioni che ne discendono. Con grande cautela, ogni politico si limita a raccontare vezzosamente delle mezze verità avendo cura di occultare l'altra metà. Poichè, tradizionalmente, la memoria collettiva del paese è alquanto labile, questo gioco riesce sempre. Anche per questo, ogni politico può tranquillamente cambiare casacca senza che nessuno se ne accorga. Con la complicità e l'avallo inconsapevole di ognuno di noi.
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Una delle prerogative della nostra classe politica consiste nella inveterata abitudine a non raccontare mai la verità per intero. Si tratta di uno dei vizi nati per gemmazione da quella cultura trasformista che rappresenta, storicamente, il denominatore comune che lega tutte le generazioni di politici succedutesi nel nostro paese dall'Unità ad oggi. Pensiamo alle dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane da Renzi, Berlusconi, Grillo e Salvini. Partiamo dal premier il quale, nel magnificare i risultati della sua politica economica, ha astutamente sottaciuto l'andamento del debito pubblico che rappresenta la vera ragione che rende impraticabile qualunque ipotesi di riduzione della pressione fiscale. Con l'avallo di Draghi e di un fantasmatico Presidente della Repubblica eletto per stare zitto, Renzi rischia di fare esplodere i conti dello Stato come a nessuno, prima di lui, è stato consentito. Ecco perchè sarebbe lecito porsi qualche domanda sugli “ambienti” che appoggiano il premier che risultano, spesso, gli stessi che hanno appoggiato Berlusconi. La verità è che Matteo Renzi è un Grande Conservatore travestito da Grande Rottamatore, come dimostra la crescente simpatia di tanti “berluscones” che vagolano inquieti e smarriti dopo la malinconica fine del Cavaliere. Con l'avvento di Renzi, il Pd è ormai diventato un partito di “anime morte”, come quelle di Gogol, incapace di rappresentare il disagio sociale dei ceti più poveri del paese. Piaccia o no, la mutazione genetica del Partito Democratico è sotto gli occhi di tutti e risulta grottesco il tentativo di tanti dirigenti, locali e nazionali, di farlo ancora passare per un partito di sinistra. Passiamo a Berlusconi. Pur visibilmente stracco e imbolsito, non risulta credibile la tesi di un Cavaliere rassegnato a fare da stampella a Salvini. In realtà, con quell’alleanza, Berlusconi ha voluto confezionare un prezioso pacco-regalo a Matteo Renzi. Infatti, il Cavaliere sa bene che un “vero” berlusconiano non voterebbe mai per Salvini, troppo terragno e dozzinale per quella destra confindustriale e salottiera che, per anni, ha votato per lui; inoltre, quell’alleanza potrà servire a vigilare e sventare, nel caso di ballottaggio, una possibile intesa tra Grillo e Salvini in chiave anti-europea. Fantapolitica, si dirà. In realtà, anche il lettore più sprovveduto è in grado di capire che Salvini non potrà mai battere Matteo Renzi per cui è lecito chiedersi quali siano le reali strategie del Cavaliere, troppo scaltro per immaginarlo rassegnato a perdere. Passiamo a Grillo. I grillini seguitano a propugnare l'abbandono della moneta unica senza spiegare le misure per evitare la prevedibile corsa agli sportelli che ci sarebbe dopo l'annuncio del “change-over”, cioè della data in cui dovrebbe avvenire la conversione del denaro di ogni cittadino. Parimenti, silenzio assoluto sulla copertura finanziaria del “reddito di cittadinanza” che il movimento vorrebbe riconoscere ai disoccupati. Si tratta di una misura economica insostenibile per le casse dello Stato che serve solo a rappresentare plasticamente la totale assenza di idee nel campo della politica economica. Infine, Salvini. Il leader della Lega non perde occasione per strepitare contro i furti nelle abitazioni invocando, in modo demagogico, un inasprimento delle pene (che, in realtà, basterebbe applicare ed eseguire). In quest'ottica, Salvini vorrebbe equiparare i reati contro il patrimonio a quelli contro la persona così da legittimare l'uso delle armi per legittima difesa. Nulla di strano, si dice, visto che, negli USA, questa equiparazione esiste da sempre. Peccato, però, che Salvini ometta di precisare che, se cosi fosse, ogni evasore fiscale dovrebbe essere punito col carcere. Negli USA, infatti, l'evasore viene sanzionato con la galera perché non sarebbe coerente uniformare il trattamento penale degli illeciti contro la persona e quelli contro il patrimonio privato escludendo il patrimonio pubblico. Ma sull'evasione fiscale, si sa, Salvini non ama proferire verbo visto che non gli conviene alienarsi il consenso di tanti furbastri allergici alle tasse. Come si vede, la nostra classe politica ama rivolgersi al cittadino lusingandone le aspettative senza mai farlo riflettere sulle molteplici implicazioni che ne discendono. Con grande cautela, ogni politico si limita a raccontare vezzosamente delle mezze verità avendo cura di occultare l'altra metà. Poichè, tradizionalmente, la memoria collettiva del paese è alquanto labile, questo gioco riesce sempre. Anche per questo, ogni politico può tranquillamente cambiare casacca senza che nessuno se ne accorga. Con la complicità e l'avallo inconsapevole di ognuno di noi.