Dopo la scoppola elettorale, il Movimento 5 Stelle sarà costretto a dipanare le ambiguità su tutti quei temi che il contratto di governo ha voluto eludere ma su cui il suo elettorato oggi si attende una risposta. Su Europa e immigrazione, ad esempio, quali sono le differenze con la Lega di Salvini? Sul versante opposto, il Partito democratico dovrà capire che, per salvare l'Europa, occorre saper spiegare l'utilità delle sue regole, per noi e per le generazioni che verranno. In caso contrario, sarà difficile battere Salvini perchè, in fondo, ogni cittadino si ispira a quella celebre battuta di Woody Allen: “Perché dovrei preoccuparmi dei posteri, che cosa hanno fatto i posteri per me?”.
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La netta affermazione della Lega alle elezioni europee ha rafforzato la leadership di Matteo Salvini senza, tuttavia, provocare traumi all'interno dell'Ue. Nel tripudio celebrativo allestito dalla stampa amica del “Capitano”, questo dato é stato sottaciuto fino a passare quasi inosservato. Di contro, andrebbe ricordato che, dopo le elezioni del 26 maggio, i sovranisti rappresentano solo un quinto del parlamento europeo e, almeno fino ad ora, le forze antieuropee risultano divise in 4 gruppi. Il terremoto preannunciato, pertanto, non c'è stato: l'Europa é sempre lì, con i suoi trattati e le sue regole che, piaccia o no al ministro degli Interni, l'Italia sarà obbligata a rispettare. Per queste ragioni, Salvini sa bene che non potrà mai condizionare le politiche europee e sperare di sforare il deficit tenuto conto, altresì, di non poter contare neppure sul sostegno dei suoi compari di Visegrad (Orban in testa). In realtà, Matteo Salvini finge di dimenticare che saranno lo spread e i mercati a dire l’ultima parola sull'affidabilità del nostro paese. Risulta chiaro che, per il leader della Lega, la vittoria alle elezioni europee costituisce solo la prima tappa di un percorso che ha come obiettivo finale la conquista di Palazzo Chigi. Per queste ragioni, anche nei prossimi mesi nel nostro paese proseguirà la campagna elettorale che costringerà tutti gli avversari di Salvini ad un costante inseguimento nella capacità di occupare lo spazio pubblico. I proclami di questi giorni hanno già preannunciato il prossimo braccio di ferro che il nostro governo intende ingaggiare con la Commissione Ue che, non andrebbe dimenticato, ha già chiuso un occhio in occasione dell'ultima legge di stabilità nella quale il governo italiano ha previsto entrate per 18 miliardi di euro derivanti dalle privatizzazioni. Si tratta di una cifra alla quale nessuno del governo ha mai realmente creduto, né é ipotizzabile che vi abbiano creduto i partner europei. Malgrado questo, Salvini ha vitale bisogno dell'Europa per giustificare la mancata realizzazione delle promesse dei prossimi mesi e, in quest'ottica, continuerà la narrazione di un paese arrabbiato che l'Europa ha lasciato solo davanti alla minaccia di una invasione. Il risultato elettorale dimostra che una parte consistente del paese é disposta a seguirlo su questa rappresentazione della storia recente che, al di là degli intenti strumentali, ha un fondo di verità: ancora oggi, l'Ue non é in grado di approntare una politica comune sul tema dell'immigrazione. Predicando nel deserto, per molti anni Zygmunt Bauman ha messo in guardia l'Europa dai rischi dell'immigrazione che avrebbe messo a dura prova la coesione sociale degli stati dell'Unione. Prima della sua morte, Bauman ebbe a sentenziare che, ignorare gli “scarti di umanità”, avrebbe condotto fatalmente al trionfo al populismo. Anche se in gran parte dell'Europa si continua a nutrire una sostanziale fiducia nella costruzione europea, é indubbio che nei paesi più esposti alla pressione del continente africano serpeggiano ansie e inquietudini che i governanti sono chiamati a interpretare e risolvere. Può anche non piacere, ma su questi temi Matteo Salvini vanta una chiarezza di cui non vi é alcuna traccia negli alleati e negli avversari. Dopo la scoppola elettorale, il Movimento 5 Stelle sarà costretto a dipanare le ambiguità su tutti quei temi che il contratto di governo ha voluto eludere ma su cui il suo elettorato oggi si attende una risposta. Su Europa e immigrazione, ad esempio, quali sono le differenze con la Lega di Salvini? Sul versante opposto, il Partito democratico dovrà capire che, per salvare l'Europa, occorre saper spiegare l'utilità delle sue regole, per noi e per le generazioni che verranno. In caso contrario, sarà difficile battere Salvini perchè, in fondo, ogni cittadino si ispira a quella celebre battuta di Woody Allen: “Perché dovrei preoccuparmi dei posteri, che cosa hanno fatto i posteri per me?”.
Editoriale apparso su La Provincia del 3 giugno 2019