Riflessione semiseria su alcuni paradossi della nostra quotidianità in cui alberga l'assurdo e l'irrazionale senza che ormai nessuno ci faccia più caso.
1) Quelli che dice che il vino fa male
Per una botta di quella che chiamiamo globalizzazione (e che i francesi più propriamente chiamano americainisation) sulle sigarette viene ormai da tempo stampato un avvertimento funebre – il fumo uccide e altre sfighe. Giustissimo: abbiamo mutuato dai più civili Stati Uniti un’usanza forse efficace. Forse.
Sicuramente più utile, fra le abitudini d’oltreoceano che abbiamo importato, è il pensiero positivo o anche la teoria della profezia che si autodetermina (dai e dai i pensieri e le affermazioni diventano realtà).
Mettendo insieme le due cose, meglio sarebbe scrivere sulle sigarette frasi edificanti tipo “Smettere di fumare è possibile” oppure imperativi benauguranti come“Fuma poco” o “Fuma meno che è più bello”. Altrimenti, per scongiurarle, si rischia di determinare profezie micidiali. Un fumatore legge molte volte al giorno quello che c’è scritto sul pacchetto e (dai e dai) può autocondizionarsi e crepare davvero.
Di recente si levano voci che pretendono che lo stesso avviso mortuario sia obbligatoriamente stampato sulle etichette del vino, come del resto già succede sulle bottiglie destinate all’esportazione negli USA (ed è giusto, con le schifezze che gli rifiliamo).
Data l’importanza del prodotto in questione per l’economia nazionale (e per l’estensore di queste note) sarebbe bene almeno al vino rosso applicare il pensiero positivo: “Due bicchieri al giorno slargano le coronarie” “Un bicchiere a pasto non riduce i riflessi” , “Se non si esagera, il vino fa sangue” ecc.
In questo modo lasceremmo alle coscienze il compiuto di suggerire che troppo vino (e troppo di qualsiasi cosa) fa davvero male. Se invece dovessero per disgrazia vincere gli astemi, allora sarà il caso di stampare la dicitura “Nuoce gravemente alla salute” anche sotto la scritta “Repubblica Italiana” sul passaporto.
2) Se l’hashish è OGM
dall’Al di là
lo sciamano non torna
Ventanni, simpatica e bella, Cristina torna a casa dopo un paio di giorni passati in compagnia di amici. Come al solito non racconta nulla: da quando ha deciso di prendersi un anno di libertà, finito il liceo, la sua vita scorre tra un lavoro occasionale e il successivo. Senza progetti. Senza gioia e senza dolori. Il fidanzato non ce l’ha e per adesso non ce lo vuole avere.
Questa volta però è visibilmente triste e abbattuta. Tace fino al terzo giorno, poi comincia a fare strani discorsi:”Manterrò l’impegno che ho preso con loro, tutti, fino all’ultimo”.
Il quarto giorno sente odore di morfina ovunque e farfuglia che forse è stata drogata contro la sua volontà. A questo punto la madre e la sorella cominciano a preoccuparsi seriamente (il papà è via per lavoro): Cristina ha sempre tranquillamente ammesso che fumava hashish e che aveva persino provato una pista di coca, ma diceva che non avrebbe mai preso droghe sintetiche, ecstasy e crack in testa. Invece il suo delirio, svela una ricerca su Internet, assomiglia proprio ai postumi dell’ecstasy.
“Mi hanno dato Coca Cola drogata e poi siamo andati nel Mokamba per fare il rito”
Ma cos’è il Mokamba?
“E’ lo spazio del Sabba. Sono andata nell’Al di Là e non riesco più a tornare”.
Altra ricerca su Internet: il Mokamba è un tipo di caffè, ma il nome suona come Macumba, il rito stregonico brasiliano derivato dal Woo Doo (che invece è una religione vera e propria). Suona anche come Mokambo, il bar fallito delle canzoni di Paolo Conte. Quasi comico, ma i parenti vanno in fibrillazione lo stesso. Si sa che i riti satanici esistono e sono pericolosi. Il padre torna col primo aereo. Parlando come fosse lei stessa uno spirito Cristina svela il terribile segreto: “Io sono Satana. Devo morire fra terribili sofferenze”
Primo psichiatra, psicofarmaci a carrettate. Non migliora, anzi è sempre più persa fra fantasmi e spaventi. L’incubo atroce dura altri tre giorni, poi la dichiarazione definitiva: “Sono schizofrenica”.
Gli psicofarmaci però cominciano a funzionare, alleviano il panico a lei e a tutta la famiglia. Secondo psichiatra, riduzione dei farmaci, prima diagnosi: “Esordio psicotico scatenato da eccesso di hashish. Stavolta sembra che riusciamo a riprenderla, ma se succede ancora non torna più”
Ma come, l’hashish non era una droga naturale, tutto sommato meno nociva del vino e del tabagismo? I parenti sessantottini e settantasettini si ricordano bene degli spinelli giovanili e non hanno mai fatto un dramma delle canne di Cristina. Invece la cannabis non è più sempre quella di una volta. Ne circola un tipo modificato per aumentare il principio attivo. Oggi può essere fino a sei volte più potente di un tempo. Logico: deve competere con le droghe sintetiche ed è diventato anche altrettanto devastante. Così i giovani sciamani a volte non tornano. Uomo avvisato.
3) Ma va’quel paese
Quando in cielo appaiono le prime stelle e per i piloti dilettanti scatta l’obbligo di atterrare, dalla Rocca di Stradella (ma anche da Montevecchia) si vede la pianura padana che da ovest a est si accende di scintille, pulviscolo d’oro e d’argento da cartolina di Natale: sono le luci delle strade, dei paesi, delle villette isolate e della cascine. Si vede così a occhio nudo cosa significano nella realtà concetti astratti come la densità della popolazione o se si vuole il sovraffollamento.
Qualche giustificazione quindi gli Amministratori ce l’hanno se da qualsiasi paese padano si arriva di solito facilmente a Lecco o a Milano o alle altre città ma è praticamente impossibile raggiungere un altro paese padano. Ad esempio, è molto difficile per chi non sia nativo andare da Bosisio a Costamasnaga, su tutto il territorio municipale non c’è un solo cartello che vada oltre l’indicazione dei paesi confinanti.. Anzi, se si fa caso alla cosa, si scopre che a volte questa regola ha un’eccezione e i cartelli stradali indicano anche storiche alleanze, laddove la loro assenza sancisce l’ostilità. Poiché non mancano nemmeno le trappole (a destra per Oggiono, ma al bivio successivo nulla è indicato, oppure Milano sia a destra sia a sinistra, vedi l’uscita del secondo ponte di Lecco, sulla riva destra dell’Adda, vicino alle lapidi degli Olandesi che alla vista un simile cartello si sono suicidati) si può ipotizzare che le indicazioni stradali siano volutamente insufficienti, secondo una norma militare che risale all’età dei Comuni: mai favorire il forestiero, potenziale nemico. Chi entra nel mio Comune dev’essere in difficoltà, solo i residenti devono cavarsela. Gli altri devono morire. Come ai tempi delle guerre medievali: fra Milano e Venezia, fra Como, Lecco e Pavia con l’Imperatore contro Milano. Erba invece si è schierata con la Lega e Alberto da Giussano: infatti è ben segnalata da Milano (meglio di Monza e di Sesto San Giovanni) e malino da Como e Lecco. Già dai primi del’900, poi, Erba è stata addirittura premiata dai milanesi con una linea ferroviaria tuttora frequentatissima.
I piloti dilettanti, quando non riescono a fare il punto, scendono di quota e guardano i cartelli stradali. Quelli verdi delle autostrade.
4) Tautologie
C'era scritto: "le operazioni di esazione avvengono sul lato in cui opera l'esattore". L'ineffabile avviso, causa lavori, era affisso a un casello d'autostrada. Con un colpo d'occhio si poteva individuare da quale parte l'esattore si trovava e aprire il corrispondente finestrino. Senza occhiata, il cartello di per sè non significava assolutamente nulla, non veicolava alcun messaggio. Anzi, se può avere una ragione d'essere è che si tratta di un perfetto esempio di tautologia - invito gli insegnanti di lettere a servirsene al liceo quando devono spiegare cosa sia questa figura retorica. Anche agli insegnanti di filosofia possono servirsene per la logica. Tautologia, recita Wikipedia, è un' affermazione vera per definizione. Se ne sono serviti i teologi medievali per dimostrare l'esistenza di Dio, "essere perfettissimo" che essendo perfettissimo non poteva mancare della prerogativa dell'esistenza. Sbalorditivo, ma non sarebbe corretto fare dell'ironia sull'imbecillità dei suddetti teorici ed è sempre da maleducati applicare troppo raziocinio alla religiosità altrui. Il fatto è che loro scrivevano le loro dimostrazioni illuminati dalla Fede, quindi in un certo senso vedevano "il lato in cui opera l'esattore". E questo dava senso ai loro scritti. Ancor oggi ci sono persone che ragionano così, in qualsiasi campo. Ma resta un mistero perché mai queste persone non si convincono che se Dio comparisse di fronte a noi per così dire in carne e ossa, da quel preciso istante necessariamente saremmo tutti suoi servi. E questo Lui non lo vuole, ha sempre voluto lasciarci completamente liberi. Suo figlio ha dato la vita per questo. Poteva essere il nostro Re dei Re ma ha preferito morire lui da schiavo.
5) Chi può intendere intenda
(se ci sente ancora bene)
Il nonno Angioletto si addormentava sempre davanti alla televisione. Se qualcuno spegneva l’apparecchio, però, si svegliava di soprassalto. Quando invece i programmi terminavano (verso la mezzanotte, bei tempi) dormiva ancora più profondamente, perché in assenza di segnale l’audio si riduceva a un ronzio sommesso. Ebbene, quel ronzio era (ed è) il cosiddetto “rumore bianco”, la somma di tutte le frequenze udibili, così come il bianco ottico è la somma dei colori dell’iride. Studi condotti negli USA e in seguito presumibilmente stroncati dalle Case Farmaceutiche hanno mostrato che il rumore bianco poteva avere effetti soporiferi e addirittura analgesici. La somministrazione di rumore bianco è risultata efficace per i dolori del parto e il mal di denti. Proprio da realtà come queste (il nonno Angioletto e gli studi americani) è partita anche da noi la musicoterapia con le sue ricerche sull’effetto dei suoni che come tutti i farmaci possono far male, quindi ben vengano le leggi dello Stato.
Per adeguarci alla normativa Europea, recita il comma 2 bis dell’art. 8 della legge 6 agosto 1990, n.223 (citata anche all’art.12 della legge quadro sull’inquinamento acustico, 26 ottobre 1995, n.447), dopo il comma 2: “E’ fatto divieto alla concessionaria pubblica e ai concessionari privati per la diffusione sonora e televisiva di trasmettere sigle e messaggi pubblicitari con potenza sonora superiore a quella ordinaria dei programmi”
Ma come? E’ cosi bello esser seguiti dall’audio in tutta la casa, mentre si sbrigano un po’ di faccende domestiche approfittando delle interruzioni pubblicitarie. Bisogna fare qualcosa:
segnaliamo quindi la svista al presidente del Consiglio che di pubblicità e televisioni pubbliche e private se ne intende.
E il resto della legge? Viene applicato con lo stesso rigore, presumibilmente. Il nonno Angioletto crede che alla televisione trasmettano solo pubblicità, perché solo gli spot a tutto volume possono a volte svegliarlo prima che venga l’ora di spegnere.
6) Le ferrovie Nord parlano bene l’inglese
Che soddisfazione leggere sulle porte scorrevoli dei nuovi treni delle Nord “Mind the gap between the train and the platform” (attenzione alla distanza fra il treno e il marciapiede) con il fumetto di un piede che si infila nella fessura facendo cadere il suo proprietario.
L’avviso è comprensibilissimo e utile, e – sorpresa! Tradotto in ottimo inglese. Il problema è un altro: perché cazzo dev’esserci un gap fra il train e the platform visto che il treno è nuovo?
P.s. Franco Brera, autore di questo articolo, è il figlio di Gianni Brera. Lo ringraziamo per averci onorato del suo contributo.