È un'espressione che oggi usiamo soprattutto in politica: indica quei parlamentari che, nel corso di una votazione a scrutinio segreto, agiscono (senza dichiararlo pubblicamente) contro le indicazioni del proprio partito. Segue
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È un'espressione che oggi usiamo soprattutto in politica: indica quei parlamentari che, nel corso di una votazione a scrutinio segreto, agiscono (senza dichiararlo pubblicamente) contro le indicazioni del proprio partito. Il termine, però, ha un'origine militare. Franco tiratore è, infatti, un calco della locuzione francese franc-tireur, a sua volta calco del tedesco Freischütz. Nella Germania del passato, la voce indicava l'appartenente alle milizie volontarie specialiste nei tiri di precisione, ma che non erano comprese nell'esercito regolare e nella Landwehr (la milizia territoriale). I francesi introdussero questa istituzione alla fine del Settecento (cioè in piena Rivoluzione), per difendere il Paese dalle truppe nemiche che l'avevano invaso. I soldati irregolari (un po' cecchini, un po' partigiani) conducevano un'efficace guerriglia fatta di imboscate e azioni fulminanti nelle retrovie dei soldati stranieri, e vennero impiegati anche successivamente, nel XIX secolo.