Nella lingua italiana, la parola idiota è entrata nel XIV secolo. Deriva dal greco idiótes che significa 'uomo privato'. La caratteristica dell'uomo privato è quella di contrapporsi all'uomo pubblico. Mentre l'uomo pubblico è colto, esperto e incline ad occuparsi del bene comune, l'idiota, in quanto uomo privato, ha una visione del mondo limitata alla propria sfera privata, del tutto incurante dei problemi collettivi. SEGUE
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Nella lingua italiana, la parola idiota è entrata nel XIV secolo. Deriva dal greco idiótes che significa 'uomo privato'. La caratteristica dell'uomo privato è quella di contrapporsi all'uomo pubblico. Mentre l'uomo pubblico è colto, esperto e incline ad occuparsi del bene comune, l'idiota, in quanto uomo privato, ha una visione del mondo limitata alla propria sfera privata, del tutto incurante dei problemi collettivi. Oggi diremmo un vero e proprio qualunquista, poco competente nel campo delle problematiche politiche, economiche e sociali, proiettato a preoccupasri esclusivamente dei propri interessi privati.
Tuttavia, nella letteratura non manca chi ha attribuito al termine un'accezione meno sprezzante. Nel famoso romanzo "L'idiota" (titolo originale russo: Idiòt) di Fëdor Dostoèvskij, il protagonista, il principe Myškin, è sì un idiota ma da intendersi come un uomo buono il cui candore viene visto dagli altri con commiserazione e disprezzo.
Sul piano storico, resta celebre la definizione di "idiota politico" attribuita da Stalin a chiunque, spesso inconsapevolmente, facesse gli interessi dei nemici del partito comunista.