Prosegue il dibattito sulla cause del crollo della borsa americana. Il sistema bancario tra gli attori maggiormente responsabili della recessione mondiale
Come noto, soprattutto a seguito dell'adozione in Italia della normativa UE c.d. MIFID ma già anche in precedenza, le banche e più in generale gli intermediari finanziari devono definire chiaramente con ogni singolo cliente le "regole del gioco", e la principale di queste regole inerisce il grado di rischio che il cliente vuole assumersi nella destinazione dei propri investimenti finanziari. Il contratto con la banca definisce gli ambiti e i confini entro i quali la banca può muoversi nel proporre alternative di investimento.
Ciò detto, nessun dubbio che le obbligazioni poi rivelatesi "tossiche" soddisfacessero dal punto di vista formale, e fino a tempi recenti, i tipici parametri di "rating" (AAA, AA+, etc), ma credo che considerare tutto quanto accaduto come una "sorpresa" sia quanto meno riduttivo, e comunque autoassolutorio da parte del sistema bancario.
Ben si conoscono le analisi meticolose che le banche applicano ai bilanci delle aziende (o alle buste paga delle persone) prima di procedere all'erogazione di un finanziamento (o di un mutuo). E ben si sa che, se determinati parametri non vengono rispettati, questi finanziamenti non vengono erogati.
Ci chiediamo, pertanto, se le banche (non il direttore della filiale o lo sportellista, ovviamente, ma gli uffici studi centrali) abbiamo applicato la medesima diligenza nell'analizzare i bilanci delle aziende e/o delle banche le cui obbligazioni hanno invece diligentemente proposto alla clientela dietro lo specchio degli AAA, BBB, etc. Ovvero se tali analisi siano rimaste nei cassetti di chi ha preferito traslare a valle (sul cliente/risparmiatore) il rischio insito nel titolo potenzialmente "tossico" (anche se ancora formalmente sano).
Poca differenza fa, in un mondo ormai globale, che Parma e la Parmalat siano dietro l'angolo, e invece gli USA e la Lehman Brothers un po' più lontani.
Gli eventi degli ultimi giorni, maturati però negli ultimi mesi (o anni), non possono essere considerati una "sorpresa" , e un mondo bancario responsabile (e meno autoreferenziale) avrebbe dovuto gestirli "a priori" con attività di warning ai clienti sui rischi che, inconsapevolmente, stavano correndo.