In tutto l'Occidente stiamo assistendo all'inatteso ritorno di ideologie nazionaliste e xenofobe che trovano il consenso in larghi strati della società civile che vivono attanagliate dall'angoscia di tornare povere. Continuare ad imputare agli immigrati la responsabilità del nostro impoverimento costituisce, in realtà, un trucco che viene utilizzato per sottacere alcune verità su cui sarebbe utile riflettere. Ad esempio, secondo il celebre “rapporto Oxfam”, appena 42 persone (diconsi, quarantadue!) possiedono una ricchezza pari a quella di 3,7 miliardi di persone. Non solo. L'1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quanto possiede il restante 99%. Come se non bastasse, questo 1% continua ad arricchirsi in modo vertiginoso visto che l'82% dell'incremento di ricchezza degli ultimi due anni é finito nelle sue mani
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I continui sbarchi di immigrati a cui stiamo assistendo negli ultimi anni rappresentano la dolorosa disperazione di popoli derivante dalla incapacità strutturale del capitalismo di ripartire in modo equilibrato la ricchezza prodotta. Dovrebbe essere questa la verità da cui partire per evitare che l'opinione pubblica resti irretita da quelle suggestioni populiste che iniziano pericolosamente ad attecchire anche nel nostro paese. In tutto l'Occidente stiamo assistendo all'inatteso ritorno di ideologie nazionaliste e xenofobe che trovano il consenso in larghi strati della società civile che vivono attanagliate dall'angoscia di tornare povere. Continuare ad imputare agli immigrati la responsabilità del nostro impoverimento costituisce, in realtà, un trucco che viene utilizzato per sottacere alcune verità su cui sarebbe utile riflettere. Ad esempio, secondo il celebre “rapporto Oxfam”, che misura la distribuzione di ricchezza sul pianeta, appena 42 persone (diconsi, quarantadue!) possiedono una ricchezza pari a quella di 3,7 miliardi di persone. Non solo. L'1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quanto possiede il restante 99%. Come se non bastasse, questo 1% continua ad arricchirsi in modo vertiginoso visto che l'82% dell'incremento di ricchezza degli ultimi due anni é finito nelle sue mani. Ora, incrociamo questi dati con quelli che hanno per oggetto la presunta invasione di immigrati in Europa. I paesi con il più alto numero di stranieri sono, nell'ordine: Austria (14,3%), Belgio (11,7%), Germania (10,5%), Spagna (9,5%), Regno Unito (8,6%). Nel nostro paese, gli stranieri costituiscono l'8,3% dell'intera popolazione. L'abilità del ministro Salvini consiste in una sapiente manipolazione di questi dati che si fonda sull'espediente di occultare il vero problema di fondo che i governi nazionali non hanno mai saputo gestire: il conflitto distributivo esistente sul pianeta. Qualche decennio fa, l'economista Marshall citò questo mirabile esempio: “Se un ricco signore illumina la propria via lasciando al buio l'intero villaggio, tutti si recheranno a curiosare”. Si tratta si un esempio suggestivo che ci aiuta a capire che, piaccia o no, clandestini, clochards e prostitute sono facce diverse della stessa medaglia: quella della povertà. Per lunghi anni l'Occidente ha fideisticamente creduto al dogma del Pil e della crescita infinita e, senza farsi troppi problemi, non ha esitato a sfruttare la parte povera del pianeta che adesso “osa” presentargli il conto. Ci costa fatica ammetterlo e, ancor più, accettarlo, ma, per la prima volta nella storia, i poveri non si accontentano più dei resti dei nostri pasti ma ci chiedono di essere commensali sedendosi alla nostra tavola. E' innegabile, l'Europa é chiamata a fare la sua parte perchè lo sbarco di immigrati sulle nostre coste é anche un problema europeo. Tuttavia, occorre vigilare sul pericolo che le inadempienze dell'Europa siano strumentalizzate dai movimenti nazionalisti sia per delegittimare la costruzione europea che per occultare le profonde disuguaglianze sociali che, in modo imprevedibile, stanno determinando sul pianeta fenomeni migratori di immani proporzioni di cui la destra si ostina a non voler comprendere le cause. Tornando al nostro paese, il crescente consenso di cui gode il ministro Salvini dimostra che nell'anima della nostra società si é rotto qualcosa. Questo consenso, tanto abnorme quanto inaspettato, dovrebbe indurci a riflettere sulla colpevole superficialità con cui abbiamo sottovalutato certi pregiudizi razzisti che, come un fiume carsico, da anni attraversano la nostra società, troppo distratta dai consumi per dare il giusto peso ai numerosi episodi di intolleranza che, dalle curve degli stadi, alle strade metropolitane, abbiamo derubricato a episodi marginali imputabili a qualche manipolo di invasati. In realtà, siamo tutti responsabili dell'abisso etico che ha alimentato il diffondersi di simili episodi i quali, lentamente e impercettibilmente, hanno modificato l'identità collettiva di un popolo che avverte la necessità di avere un governo in grado di restituirgli fiducia e serenità, smettendola, una buona volta, di giocare su