Secondo Adam Smith, padre del liberismo, il cittadino, lasciato libero di perseguire la propria felicità, finisce per realizzare anche quella collettiva. Ecco il passaggio-chiave da cui prende spunto la nota definzione della "mano invisibile". SEGUE
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“Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio, del fornaio che ci aspettiamo il nostro desinare bensì dal riguardo che essi hanno del proprio interesse. Noi ci indirizziamo non al loro umanitarismo ma al loro egoismo, e non parliamo con essi delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi. L’individuo… è condotto da una mano invisibile a promuovere un fine che non entrava nelle sue intenzioni.” Adam Smith, “La ricchezza delle nazioni”, 1776