Il contributo di Michele Spagnuolo, Difensore Civico del Comune di Merone, per capire compiti e funzioni di un'istituzione di cui il cittadino sottovaluta l'importanza.
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Ritengo di dover esprimere, ai lettori di questo articolo, alcune considerazioni sulla figura del Difensore Civico, frutto della Mia esperienza diretta nell’esercizio di tale funzione nel comune di Merone, anche per estendere a chi è interessato quanto viene discusso nei Consigli comunali nel corso della presentazione della relazione annuale sulla attività svolta, in adempimento a quanto previsto dal “Regolamento per l’esercizio delle funzioni di Difensore Civico” al capo IV, art. 21. Senza entrare, per ovvie ragioni, nello specifico delle questioni sollevate dai cittadini e affrontate nel corso dell’anno, è necessario fare un’analisi, utile, a parere dello scrivente, per capire il ruolo del Difensore Civico. La premessa è di carattere generale ed è riferibile a tutti gli Enti che hanno adottato tale figura, indipendentemente dal Comune di Merone. La figura del Difensore Civico deriva dall’esperienza scandinava dove nasce come soggetto che ha “il potere di agire a favore di un altro”. Il termine utilizzato è: “ombudsman” che deriva dal medioevale “umboosmaor”, che è la persona che l’”umboo”, appunto il potere di agire in favore di un altro soggetto. Il D. C., oltre ad avere le riconosciute funzioni di “ garanzia e di controllo”, acquisisce sempre di più, nel corso del tempo, delle funzioni “consultive” (probabilmente anche propositive), oltre che di “mediazione e di stimolo”, sempre per la tutela delle posizioni soggettive dei cittadini. Nel ricoprire il delicato ruolo di mediatore tra il cittadino e la burocrazia locale, si individuano le condizioni non sempre agevoli in cui opera la figura in questione che, non avendo una propria struttura organizzativa autonoma (pur essendo soggetto autonomo rispetto all’amministrazione) e neanche (in genere) un budget su cui contare, deve operare, nell’esercizio delle sue delicate funzioni di controllo e di stimolo, verso lo stesso soggetto oppure verso quegli organi legati al soggetto stesso che lo ha eletto. Figura importante, dunque, che, ponendosi come mediatore, contribuisce alla formazione e allo sviluppo della coscienza civica del cittadino, che deve collaborare con l’Amministrazione Pubblica, ed educa la Pubblica Amministrazione a porsi in posizione di ascolto nei confronti del cittadino per meglio favorire la valutazione dei problemi sollevati, la negoziazione dei conflitti e la proposizione di soluzioni. Il Difensore Civico è “mediatore di conflitti” tra le istituzioni e il cittadini e diventa “magistrato di persuasione”, perchè evidenzia quali interessi possono avere tutela e quali possano essere le eventuali soluzioni alternative. Ruolo sociale importante quello del D.C. perché diventa sempre di più referente dei cittadini che chiedono il suo intervento per affrontare situazioni, normalmente conflittuali, in cui un soggetto privato potrebbe trovarsi, e nelle quali, tradizionalmente, il cittadino è soccombente. E’ stato riconosciuto all’istituto una funzione di collante sociale, essendo centro di mediazione gratuito per i cittadini, un aiuto e una garanzia per gli indifesi e meno abbienti per riuscire a meglio muoversi in quella complessità di leggi e regolamenti che disciplinano le materie di competenza delle Pubbliche Amministrazioni, utile anche a far recuperare quella necessaria fiducia che il cittadino deve avere nei confronti della Pubblica Amministrazione. La figura del D.C. necessita ancora di un periodo utile per la sua affermazione e la sua conoscenza da parte di tutti, e in particolare da parte di quei soggetti che spesso gli attribuiscono competenze che non ha e che richiedono interventi che esulano dalle sue possibilità. Tutto questo significa sostanzialmente due cose: la prima è che tale figura non è molto conosciuta nelle funzioni che assume (anche per le sue origini scandinave che comportano un più lungo periodo di apprendimento); la seconda consiste nel fatto che si avverte l’esigenza di un soggetto che assuma un ruolo più vicino ai problemi dei cittadini (non solo nei rapporti con l’Amministrazione) in grado di dare risposte a quesiti spesso di semplice soluzione, ma complessi per chi vive il problema; in grado di offrire soluzioni ai cittadini meno abbienti che non affrontano i problemi e non li risolvono anche per questioni economiche. In definitiva una figura capace di consigliare, di dare indicazioni sulle modalità di risoluzione dei problemi che sussistono e, con l’attribuzione di limitati, ma efficaci poteri di intervento, che sia in grado di far valere le sue posizioni perché riconosciuto come “autorità”e non solo (anche se è estremamente importante) per la sua “autorevolezza”. Personalmente auspico una evoluzione di tale figura che porti (al limite) anche ad un sistema di elezione che veda coinvolto più direttamente i cittadini (il Difensore Civico eletto dai cittadini). Attualmente l’elezione è opera del Consiglio comunale, dei rappresentanti cioè della comunità tutta, quindi, perfettamente in linea con i principi democratici dell’ordinamento giuridico. L’eventuale scelta da parte dei cittadini (diretta) porterebbe a una figura complessivamente più autorevole e più autonoma, senza lasciare spazio a considerazioni o critiche spesso pretestuoso, infondate o semplicemente “di parte”. Bisognerebbe, inoltre, consentire al D.C. di poter intervenire per risolvere anche questioni tra soli privati, dello stesso comune, indipendentemente dal coinvolgimento della Pubblica Amministrazione, avvicinarlo alla figura (ormai abrogata) del Conciliatore. Tutto questo porterebbe a risposte immediate e veloci, sgraverebbe anche i lavoro dei giudici ordinari, oltre che a dare un aiuto concreto al cittadino che, a volte, per questioni non complesse, non si rivolge alla giustizia ordinaria o non ha i mezzi economici per farlo. Michele Spagnuolo