La storia patria è costellata di episodi di grande corruzione. Secondo l'ultimo rapporto di Transparency International, l'Italia è più corrotta di Cuba e della Turchia, a pari merito con l'Arabia Saudita.
“Ormai si è diffusa l’opinione che, con l’attuale sistema giudiziario, un uomo ricco può sottrarsi alla giustizia, per quanto colpevole”.
Questo pensiero risale al 70 a.c., è Marco Tullio Cicerone che lo scrisse nelle “Verrine”, raccolta di orazioni contro Gaio Licinio Verre, corrotto pretore di Sicilia.
Ma già nel 115 a.c. il re di Numidia, Giugurta, si era reso protagonista di un episodio che merita di essere segnalato: il Senato di Roma fu interamente comprato per non vedersi ostacolato nelle spese militari che servivano alle sue mire espansioniste.
La storia antica è sempre contemporanea!
La corruzione, pertanto, fa parte della storia patria. Secondo l'ultima classifica mondiale sulla corruzione redatta da "Transparency International" (www.transparency.org), l'italia è scivolata dal 55° al 63° posto, alle spalle di Cuba e Turchia, a pari merito con l'Arabia Saudita. Un altro dato merita di essere segnalato: tra corruzione ed evasione fiscale in Italia il cittadino è gravato da un tributo occulto che supera i 170 miliardi di euro, come ha dichiarato Furio Pasqualucci, presidente della Corte dei Conti.