Il tema delle disuguaglianze sociali rappresenta uno dei temi più dibattuti degli ultimi mesi che ha soppiantato il tema della sicurezza. Molti fingono di non capire che si tratta di temi strettamente correlati che, in un paese normale, dovrebbero preoccupare qualunque governo. Le statistiche, infatti, dimostrano che esiste un chiaro nesso causale tra disparità sociali e sicurezza che imporrebbe l'adozione di misure contestuali. Ma noi non siamo un paese normale e, per queste ragioni, ancora oggi vediamo la destra sottovalutare le gravi disuguaglianze sociali esistenti nel paese e, di contro, la sinistra ignorare i gravi problemi di ordine pubblico che minano la tranquillità del cittadino.
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Il tema delle disuguaglianze sociali rappresenta, insieme all'emergenza ambientale, uno dei temi più dibattuti degli ultimi mesi che ha soppiantato il tema della sicurezza tanto caro all'ex ministro Salvini che, su questo argomento, ha sapientemente costruito le sue fortune. Molti fingono di non capire che si tratta di temi strettamente correlati che, in un paese normale, dovrebbero preoccupare qualunque governo. Le statistiche, infatti, dimostrano che esiste un chiaro nesso causale tra disparità sociali e sicurezza che imporrebbe l'adozione di misure contestuali. Ma noi non siamo un paese normale e, per queste ragioni, ancora oggi vediamo la destra sottovalutare le gravi disuguaglianze sociali esistenti nel paese e, di contro, la sinistra ignorare i gravi problemi di ordine pubblico che minano la tranquillità del cittadino. Destra e sinistra, pertanto, continuano ad avere un approccio ideologico e, spesso, strumentale verso queste tematiche, come dimostrano le innumerevoli incoerenze dei governi di questi ultimi anni durante i quali è emersa una crescente divaricazione tra teoria e “praxis” nel senso che, ai facili proclami, raramente ha fatto seguito una efficace azione di governo. Questo è il vero motivo per cui la destra non ha mai realmente affrontato e risolto i problemi crescenti di criminalità e, parimenti, la sinistra non ha mai dato l'impressione di voler “davvero” risolvere i gravi conflitti distributivi esistenti nel paese. Sulla sicurezza i dati parlano chiaro. Il cittadino assiste impotente al dilagare della mafia di cui abbiamo per lungo tempo sottovalutato la capacità di penetrazione nelle zone più ricche del paese. Per decenni ci siamo baloccati nell'illusione che la criminalità organizzata fosse un problema circoscritto a Sicilia, Calabria e Campania per cui il resto d'Italia ha sovente assistito agli innumerevoli episodi criminosi come se “cosa nostra” fosse, appunto, “cosa loro”. In questi anni, tutti gli esperti hanno seguitato a lanciare l'allarme di una mafia imprenditrice sempre più attiva al Nord la quale, da lungo tempo, ha notoriamente consolidato una grande capacità di tessere relazioni con politici, imprenditori e professionisti locali. Ciò malgrado, abbiamo consentito alla criminalità organizzata di assurgere ad un ruolo di protagonista assoluta in molteplici affari, incarichi professionali, appalti, come in più occasioni ha raccontato Alessandra Dolci, procuratore aggiunto a Milano e responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano. Sul problema della sicurezza, pertanto, ci sarebbe tanto da dire per cui risulta riduttivo e fuorviante credere che i nostri problemi di ordine pubblico siano da imputare prevalentemente agli immigrati. Dicevamo delle incoerenze dei nostri governi che hanno, spesso, tradito non solo le aspettative degli elettori ma, perfino, la propria vocazione identitaria. In queste ultime settimane il dibattito pubblico è stato inondato di cifre che dimostrano le gravi sperequazioni sociali esistenti nel paese che, dopo l'avvento dell'euro, si sono drammaticamente aggravate. Inutile nasconderlo, la sinistra ha fatto poco o nulla davanti al crescente impoverimento del ceto medio che, non a caso, si è consegnato all'astensione o alle sirene populiste. La sinistra italiana ha sconfessato se stessa quando, davanti ai crescenti disagi del cittadino, volgeva lo sguardo altrove dimostrandosi sempre più servile nei confronti di un establishment troppe volte incline al malaffare. Se la destra ha usato, spesso, la sicurezza come una bandiera, possiamo dire la medesima cosa della sinistra che, altrettanto spesso, ha finto di osteggiare le disuguaglianze limitandosi ad adottare qualche espediente qua e là, giusto per salvare la faccia (per ultimo, l'obbligo per le spa delle “quote rosa” nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali: mah!). Destra e sinistra devono capire che, come scrisse Ralf Dahrendorf (“Quadrare il cerchio”, Laterza, 1995) per la politica il vero problema resta quello di coniugare “benessere economico, coesione sociale e libertà politica”. Questo è il vero dilemma delle democrazie. Per questa ragione, per una volta, facciamola finita con i facili proclami perché, per il cittadino, la sicurezza e l'uguaglianza non solo non sono incompatibili ma, soprattutto, sono una cosa seria.