Il dopo-Berlusconi non scalfirà minimamente l'establishment economico-finanziario che ha causato la più grande crisi del dopoguerra e che cerca di stornare l'attenzione parlando di costi della politica. E' questa la vera beffa che si sta consumando a danno di un popolo che storicamente ha la vocazione a scegliersi non dei governanti ma dei padroni. Spazio, dunque, ai nuovi padroni: nuovi, per dire, naturalmente!
--------------------
L'avvento del governo Monti è stato salutato con grande favore dalla stampa di opposizione e con sospettoso cipiglio dalla stampa vicina al Cavaliere. Oggi le cose non stanno più esattamente così. Leggendo in questi giorni i giornali si assiste al paradosso di vedere giornalisti come Sallusti, Feltri e Belpietro (la terribile trojka berlusconiana) sbraitare contro il mancato taglio dei costi della politica, fingendo di ignorare le gravi responsabilità del governo precedente sull'esplosione di tali costi. Sull'altro versante, sta diventando sempre più tiepido e sussiegoso l'appoggio a Monti da parte della stampa di sinistra. Il motivo di questo progressivo distacco (per esempio, da parte di "Repubblica") consiste nel fatto che sta emergendo, con sempre maggiore nitore, l'appoggio al governo da parte delle banche e del Vaticano. Ad appoggiare il governo, insomma, ci sono due culture del tutto incompatibili che quando spostano il confronto sul terreno della politica, sanno prodigiosamente trovare una sintesi e un approdo comune. Per un credente, sistema bancario e Chiesa cattolica costituiscono un "mostruoso connubio" creato e tenuto in equilibrio dalla sapiente abilità di Mario Monti, allievo dei gesuiti e credente praticante. Si ponga mente alla composizione della compagine ministeriale che annovera la presenza di alcuni cattolici in alcuni ministeri strategici. Ministero della Salute, il costituzionalista Renato Balduzzi; Ministero della Cultura, il rettore dell'Università Cattolica Lorenzo Ornaghi (che ha semnpre goduto della stima dei cardinali Ruini e Bagnasco); Ministero della Cooperazione, lo storico Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio nonchè biografo di papa Wojtyla. Come ha fatto notare "L'Espresso", Ornaghi e Riccardi sono i nomi di punta di quel movimento cattolico lanciato da Bagnasco nella prolusione del 26 settembre per il dopo-Berlusconi: "Un grembo di futuro promettente", lo aveva definito il cardinale. "E' seguito il convegno di Todi con la relazione introduttiva di Ornaghi, l'intervento di Riccardi e la relazione di una new entry di peso nei cenacoli ecclesiastici, il banchiere Corrado Passera, anche lui oggi nominato ministro. Le promesse sono state mantenute: il governo Monti è il primo frutto, la prova generale della Tecno-Dc ben vista dalla Cei e dagli ambienti economici e finanziari per superare il berlusconismo". Il dopo Berlusconi, pertanto, non scalfirà minimamente l'establishment economico-finanziario che ha causato la più grande crisi del dopoguerra e che cerca di stornare l'attenzione parlando di costi della politica. E' questa la vera beffa che si sta consumando in questi mesi a danno di un popolo che storicamente ha la vocazione a scegliersi non dei governanti ma dei padroni. Spazio, dunque, ai nuovi padroni: nuovi, per dire, naturalmente!
P.s. Una chiosa, giusto per evitare equivoci. I costi della politica sono una cosa seria e sulla quale è necessario intervenire. Indignano tutti noi i privilegi della casta, nessun dubbio su ciò. Su questo tema, anche noi diremo la nostra, con la consueta chiarezza.