Un operaio intrattiene rapporti sessuali nell'auto posteggiata nelle vicinanze dell'azienda con una donna affetta da gravi problemi psichici. Per gli ermellini non sussiste la giusta causa di licenziamento dato che la natura di operaio generico impedisce di ravvisare nella sua condotta la violazione dei doveri di dilegenza e di fedeltà. Le mansioni meramente esecutive del lavoratore esonerano il medesimo dall'obbligo di informazione nei confronti del datore di lavoro. Cassazione, 1978/2016, depositata il 2.2.2016.
Nel procedimento per decreto ingiuntivo cui segue l’opposizione, la parte su cui grava l’onere di introdurre il percorso obbligatorio di mediazione, ai sensi del d.lgs. 28 del 2010, è la parte opponente, pena l'improcedibilità del giudizio di opposizione e il consolidamento degli effetti del decreto ingiuntivo. (Cass. Civ., sentenza 3 dicembre 2015 n. 24629)
Il responsabile di una società sportiva che dispone dell'utilizzo di impianti ed attrezzature per l’esercizio delle attività sportive, è tenuto, ai sensi dell’art. 2051 c.c., a garantire l’incolumità fisica degli utenti nonchè a provvedere alla manutenzione delle infrastrutture e delle attrezzature. (Corte di Cassazione, sentenza n. 47752/15)
Per invocare il risarcimento del danno derivante da inadempimento contrattuale è necessario, oltre alla prova dell'inadempimento del debitore, anche la prova del pregiudizio effettivo sofferto dal contraente danneggiato. (Corte di Cassazione, sentenza n. 24632/15)
Nel caso di trasferimento di quote sociali, il socio a cui non è stato consentito di esercitare il diritto di prelazione, ha diritto solo al risarcimento del danno. E' pertanto escluso il diritto dello stesso a vedersi assegnata coattivamente la quota. (Corte di Cassazione, sentenza n. 24559/15)
Mentre l’azione ex art. 2043 c.c. comporta per il danneggiato la necessità di provare l’esistenza del dolo o della colpa a carico del danneggiante, nel caso di azione fondata sull’art. 2051 c.c., la responsabilità del custode è prevista dalla legge per il fatto stesso della custodia, potendo questi liberarsi soltanto attraverso la gravosa dimostrazione del fortuito. (Corte di Cassazione, n. 18463/15)
Il danno derivante dall'occupazione abusiva di un immobile non sussiste "in re ipsa" per cui, ai fini della richiesta risarcitoria, occorre che sia disceso un concreto pregiudizio che può essere provato mediante presunzioni semplici e può consistere anche nell’utilità teorica che il danneggiato avrebbe potuto trarre utilizzando il bene nel tempo in cui questo è stato occupato da altri. (Corte di Cassazione, sentenza n. 18494/15)
Incombe sul Ministero dell’Istruzione l'obbligo di risarcire il danno derivante dalle lesioni subite da un'alunna delle elementari durante un gioco da ritenersi pericoloso e svoltosi, altresì, in condizioni assolutamente non sicure. (Corte di Cassazione, sentenza n. 18615/15)
Il patto di prova tutela l'interesse di entrambe le parti del rapporto (datore di lavoro e lavoratore) a sperimentarne la convenienza. Ove la suddetta verifica sia già intervenuta, con esito positivo, per le specifiche mansioni in virtù di prestazione resa dallo stesso lavoratore, per un congruo lasso di tempo, a favore del medesimo datore di lavoro dovrà ritenersi l'illegittimità del patto stesso. Cass. civ., sez. lav., 17-07-2015, n. 15059
La giusta causa di licenziamento deve rivestire il carattere di grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro e, in particolare, dell'elemento fiduciario, dovendo il giudice valutare, da un lato, la gravità dei fatti addebitati al lavoratore, in relazione alla portata oggettiva e soggettiva dei medesimi, alle circostanze nelle quali sono stati commessi e all'intensità del profilo intenzionale, dall'altro, la proporzionalità fra tali fatti e la sanzione inflitta, per stabilire se la lesione dell'elemento fiduciario, su cui si basa la collaborazione del prestatore di lavoro, sia tale, in concreto, da giustificare la massima sanzione disciplinare. Cass. civ., sez. lav., 09-07-2015, n. 1431