Secondo la Suprema Corte, l’emissione di un assegno in bianco o postdatato, a cui spesso si ricorre come mezzo di garanzia, è contrario alle norme imperative di cui agli articoli 1 e 2 del Regio decreto n. 1736/1933. Ne discende che non vi è alcuna violazione dell'autonomia contrattuale (art. 1322 c.c.) da parte del giudice che dichiari nullo il patto di garanzia fondato su un assegno postdatato. Detti assunti sono stati ribaditi dalla Suprema corte nel testo della sentenza n. 10710 del 24 maggio 2016 che ha statuito la revoca dell’ingiunzione di pagamento sull’assunto che l’emissione di un assegno postdatato sarebbe contraria alle norme imperative, con conseguente nullità del patto di garanzia stipulato dalle parti.
La Corte di Cassazione, V Sez. penale, con sentenza n. 13057 del 31 marzo 2016, ha stabilito che qualora il dipendente inserisca una password per l’accesso alla sua casella e-mail aziendale, vuol dire che intende farne uno spazio a lui riservato. SEGUE
Secondo la Cassazione, “In caso di insolvenza del datore di lavoro non soggetto alle disposizioni della legge fallimentare, qualora il lavoratore agisca, ai sensi dell'art. 2 della Legge 29 maggio 1982, n. 297, nei confronti del Fondo di garanzia per ottenere il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto gravante sull'eredità giacente, presupposto per l'obbligo di intervento del Fondo sono. Segue
In materia di illegittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, spetta al datore di lavoro l’allegazione e la prova della impossibilità di repechage del lavoratore licenziato, in quanto requisito del giustificato motivo di licenziamento. Secondo gli ermellini, a differenza del datore di lavoro, il lavoratore non può disporre della completezza di informazioni riguardanti l’impresa tenuto conto, altresì, che, a causa del mercato, gli interventi imprenditoriali per porre rimedio ad una momento di crisi possono essere svariati. (Cassazione, sentenza n. 5592 depositata il 22 marzo 2016)
Gli eredi dell’invalido hanno diritto a percepire la quota dell’indennità di accompagnamento, senza che sia ravvisabile un indebito arricchimento, anche se non hanno provveduto all’effettiva assistenza del soggetto invalido. (Corte di Cassazione, sentenza n. 1323/16)
Poichè durante una riunione aziendale la dipendente aveva segnalato la sua fobia per il pesce, la società cooperativa, proprietaria della struttura commerciale, avrebbe dovuto individuare una soluzione alternativa. Per tali motivi è da ritenersi illegittimo il licenziamento della dipendente, misura ritenuta dagli ermellini troppo drastica e sproporzianata. (Corte di Cassazione, sentenza n. 4502/16)
La Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata sull’individuazione della parte processuale a cui spetti l'onere di attivare la procedura mediativa nel caso di opposizione a decreto ingiuntivo. Secondo la Suprema Corte spetta all’opponente avviare la mediazione quale condizione di procedibilità della domanda e, quindi, quale presupposto per evitare la conferma del decreto ingiuntivo. Segue
La prova della conoscenza dello stato di insolvenza del debitore poi fallito non può essere ricavata unicamente dal sistema di pagamento adottato, consistente in assegni post-datati. (Corte di Cassazione, sentenza n. 2916/16)
Se si provoca un incidente commettendo il reato di guida in stato di ebbrezza, la concessione delle attenuanti generiche, pur ritenute prevalenti rispetto all’aggravante dell’incidente, non incide sull’applicazione della sanzione accessoria della revoca della patente che viene sempre disposta automaticamente. (Corte di Cassazione, sentenza n. 4985/16; depositata l'8 febbraio 2016)
Ai sensi dell’art. 1477, comma 3, c.c., il venditore ha l’onere di consegnare all'acquirente il certificato di agibilità. Deve, pertanto, ritenersi legittimo il rifiuto del promissario acquirente a stipulare la compravendita definitiva dell’immobile che sia sprovvisto dei certificati di agibilità, abitabilità e conformità alla concessione edilizia. (Corte di Cassazione, sentenza 2438/16, 8 febbraio 2016)