Qualora l'erede agisca come legittimario a tutela della quota di riserva, proponendo domanda di riduzione di atti di trasferimento a titolo oneroso, previo accertamento della simulazione degli stessi in quanto dissimulanti donazione, il termine decennale di prescrizione dell'azione di simulazione decorre dal momento dell'apertura della successione, poiché soltanto in tale momento si concretizza l'ipotizzata lesione della quota di riserva del legittimario. (Corte di Cassazione, sentenza n. 138/17)
Qualora vi sia un rapporto obbligatorio intercorrente tra le parti, la ritenzione della cosa di proprietà di una di esse non sempre costituisce delitto di appropriazione indebita. La Cassazione spiega cosa serve, oltre al rifiuto della restituzione, per configurarlo. (Corte di Cassazione, sentenza n. 48251/16)
Non è esente da responsabilità la madre che non pone in essere alcun comportamento al fine di riavvicinare il figlio al padre ma che, di contro, continui a palesare la sua disapprovazione in termini screditanti nei confronti del marito, da cui è separata. Segue
Cassazione: Il danno da demansionamento non è "in re ipsa" ma necessita di apposita allegazione da parte di chi lo lamenti. Può tuttavia legittimamente ricavarsi anche in via presuntiva o mediante ricorso a massime di comune esperienza. Segue
Un'impresa adotta un regolamento interno che vieta ai dipendenti di indossare simboli o indumenti religiosi in occasione dei contatti con la clientela. Tale regola è da ritenersi illecita perchè si fonda su una discriminazione diretta basata sulla religione e sulle convinzioni personali. (Avvocato Generale, conclusioni, 13 luglio 2016, causa C-188/15)
La nozione di "comoda divisibilità" di un immobile, citato dall'art. 720 c.c., presuppone che la divisione del bene conduca concretamente alla creazione di quote suscettibili di autonomo e libero godimento. Tale risultato presuppone le seguenti valutazioni: a) la divisione deve essere conseguito senza obbligare le parti a farsi carico di oneri eccessivi; b) il frazionamento, oltre a non incidere sull'originaria destinazione del bene, non deve comportare un significativo deprezzamento delle singole quote in rapporto al valore dell'intero compendio. (Corte di Cassazione, sentenza n. 14343/16)
Il conducente che riparte troppo velocemente, dopo essersi regolarmente fermato allo stop di un incrocio, risponde dell'incidente avvenuto con un veicolo proveniente da una strada rettilinea del cui arrivo non si era accorto. (Corte di Cassazione, sentenza n. 14369/16; depositata il 14 luglio)
Per la Corte di Cassazione (sentenza n. 21972/2015) sono legittime le prestazioni fornite gratuitamente dal professionista ad amici, parenti oppure soci di società che sono già suoi clienti a pagamento; posizione, questa, condivisa dalla stessa Agenzia delle Entrate (circolare n. 84/2001), secondo la quale “la gratuità delle prestazioni può essere considerata verosimile nei confronti di parenti o di colleghi-amici”. Peraltro, al fine di evitare possibili contestazioni, appare opportuna la predisposizione di una lettera di incarico professionale nella quale indicare i motivi per i quali a fronte di determinate prestazioni non sono previsti corrispettivi.
Scoperto l'inganno del dipendente di un istituto di credito. Tardivo e inutile il passo indietro, culminato nella rinuncia alla domanda di rimborso. Evidente la gravità della condotta tenuta dall’uomo. (Corte di Cassazione, sentenza n. 13454/16; depositata il 30 giugno)
E' nullo il licenziamento del dipendente pubblico che timbra il cartellino in maniera irregolare (orario della timbratura e orario di ingresso palesemente difformi e contrastanti) se la misura sanzionatoria risulta sproporzionata agli addebiti, se non risulta espressamente prevista nel CCNL e, comunque, risultano conseguiti gli obiettivi assegnati al lavoratore. Condannato, pertanto, il Comune alla reintegrazione del lavoratore e al risarcimento del danno corrispondente alle retribuzioni non percepite nel periodo non lavorato nonchè al versamento dei contributi previdenziali. SEGUE