In criminologia si chiama “Teoria delle finestre rotte”, si tratta di una teoria illustrata nel 1982 sulla rivista “The Atlantic” dal sociologo James Q. Wilson e dal criminologo George L. Killing che ripresero l'esperimento compiuto negli anni '60 dal sociologo Philip Zimbardo. Secondo tale teoria il degrado urbano è in grado di alimentare la criminalità e la diffusione di comportamenti anti-sociali. In questo senso, la sciatteria, la sosta selvaggia, la deturpazione dei luoghi privati e pubblici, il vandalismo, la mancanza di legalità nei comportamenti “micro” del cittadino SEGUE
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In criminologia si chiama “Teoria delle finestre rotte”, si tratta di una teoria illustrata nel 1982 sulla rivista “The Atlantic” dal sociologo James Q. Wilson e dal criminologo George L. Killing che ripresero l'esperimento compiuto negli anni '60 dal sociologo Philip Zimbardo. Secondo tale teoria il degrado urbano è in grado di alimentare la criminalità e la diffusione di comportamenti anti-sociali. In questo senso, la sciatteria, la sosta selvaggia, la deturpazione dei luoghi privati e pubblici, il vandalismo, la mancanza di legalità nei comportamenti “micro” del cittadino (ad esempio, il mancato pagamento dei pedaggi, la sosta selvaggia, gli schiamazzi notturni, il piccolo abuso edilizio, il danneggiamento di un lampione o di una finestra) possono contribuire ad alimentare il disordine all'interno della società e, contestualmente, il rischio di reati più gravi. Si tratta di fenomeni di mimesi sociale per combattere i quali, nel 1994, il sindaco di New York, Rudolph Giuliani, inaugurò una politica improntata al rispetto del decoro urbano obbligando i cittadini a pagare il biglietto dei mezzi pubblici e ripristinando l'estetica delle stazioni della metropolitana al fine di accreditare l'idea di una svolta dalla quale la città conobbe l'effetto benefico di una caduta verticale delle attività criminali.
Breve approfondimento per capire le origini di tale teoria. Alla fine degli anni ’60 lo psicologo sociale Philip Zimbardo fece un esperimento: lasciò un’automobile senza targa e con il cofano aperto nel Bronx, a New York, e una simile a Palo Alto, in California. All’auto parcheggiata in California non successe praticamente nulla, mentre l’auto parcheggiata Bronx fu saccheggiata. Successivamente lo psicologo introdusse una variante nell’esperimento a Palo Alto: ruppe un finestrino dell'auto per vedere cosa sarebbe accaduto: anche questa auto fu saccheggiata. Zimbardo osservò che la maggior parte dei saccheggiatori si componeva di persone comuni di cui nessuno avrebbe dubitato. Per questa ragione, secondo Zimbardo, il finestrino rotto dell’automobile costituisce un indizio di abbandono dell’area, il quale a sua volta è in grado di svegliare i peggiori istinti di ogni cittadino nella convinzione che ben difficilmente verrebbe giudicato o punito.