Il Fondo monetario internazionale, che ha sede a Washington, iniziò la sua attività nel 1946. Vi aderiscono tutt'oggi numerosi Paesi, appartenenenti per lo più al mondo occidentale e al Terzo Mondo. Vi aderiscono anche alcuni Paesi ex-socialisti. La Svizzera ne fa parte dal 1992. Ogni Stato membro si è impegnato a versare al Fondo una quota (in parte in oro o in dollari e in parte in moneta nazionale) stabilita in relazione all'entità del proprio reddito nazionale e al volume del suo commercio con l'estero. SEGUE
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Il Fondo monetario internazionale, che ha sede a Washington, iniziò la sua attività nel 1946. Vi aderiscono tutt'oggi numerosi Paesi, appartenenenti per lo più al mondo occidentale e al Terzo Mondo. Vi aderiscono anche alcuni Paesi ex-socialisti. La Svizzera ne fa parte dal 1992. Ogni Stato membro si è impegnato a versare al Fondo una quota (in parte in oro o in dollari e in parte in moneta nazionale) stabilita in relazione all'entità del proprio reddito nazionale e al volume del suo commercio con l'estero. I contributi così raccolti hanno costituito una riserva di liquidità internazionale, dalla quale i Paesi sottoscrittori possono ottenere prestiti per fare fronte ai momentanei squilibri della loro bilancia (e per sostenere la loro moneta sui mercati dei cambi). In sostanza il FMI serviva da supporto al regime dei cambi fissi istituiti dagli accordi di Bretton Woods attraverso il raggiungimento di tre obiettivi fondamentali:
1.offrire a tutti i Paesi aderenti la possibilità di ottenere risorse valutarie (in genere, dollari) in quantità idonea a soddisfare il proprio fabbisogno;
2.accertare il rispetto da parte degli Stati memrbi delle regole del sistema (e in particolar modo del nuovo regime di cambi fissi instauratosi), vigilando affinchè non si usasse la svalutazione come strumento di sleale concorrenza commerciale;
3.fornire ai governi membri delle consulenze, dei consigli e dei pareri tecnici per aiutarli a risolvere i loro problemi monetari e finanziari.
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Procediamo ora ad analizzare i più importanti strumenti finanziari usati dal FMI per procurare ai vari Paesi la necessaria liquidità internazionale.
-I diritti normali di prelievo (drawing rights)
Le Banche centrali dei Paesi afflitti da disavanzi della bilancia dei pagamenti possono ottenere dal FMI la valuta estera desiderata (specialmente dollari, ma anche altre divise), cedendo moneta nazionale. Entro un termine fisso sono tenute a riacquistare la valuta nazionale (cedendo divise estere) a un dato cambio e con un determinato tasso di interesse prestabilito. Si tratta in sostanza di veri e proprio prestiti in valuta, il cui ammontare annuo non può però essere superiore al 25% della quota sottoscritta dal Paese considerato. In ogni caso i prestiti concessi a ciascuno Stato non possono superare in totale il limite del 200% della quota da esso sottoscritta.
-I diritti speciali di prelievo (special drawing rights)
Introdotti nel 1969 i diritti speciali di prelievo consistono in particolari attribuzioni valutarie concesse ai Paesi membri. Si tratta di prestiti senza obbligo di rimborso il cui ammontare annuo è proporzionale alle quote di partecipazione di ciascun Paese aderente ed è stabilito periodicamente dall'assemblea del FMI.Il FMI è intervenuto recentemente per far fronte alle crisi finanziarie di alcuni Paesi emergenti (si pensi alla crisi del peso messicano scoppiata nel 1995 e alla "crisi asitica" degli anni 1997-98), attraverso la concessione di prestiti in valuta. A tale scopo, accanto al fondo ordinario costituito dalle quote dei Paesi sottoscrittori è istituito presso di esso un fondo di emergenza (denominato GAB, General Arrangements to Borrow). Per quanto riguarda gli aiuti finanziari a favore dei Paesi poveri, finalizzati a consentire un alleggerimento del loro debito estero (contratto verso i governi dei Paesi industrializzati, verso la Banca mondiale e verso lo stesso FMI), sono operativi dei prestiti speciali concessi al tasso dello 0,5% (gestiti da un fondo denominato PRGF, Poverty Reduction and Growth Facility).
Nonostante il sistema di Bretton Woods sia definitivamente crollato nel 1971, il fondo opera attivamente ancora oggi, per quanto la sua attività si sia ridotta rispetto al periodo in cui erano vigenti gli accordi. Oltre alla funzione di fornire mezzi di liquidità internazionale, l'Istituto ha la facoltà di proporre ai Paesi membri suggerimenti e raccomandazioni in materia di politica monetaria (di sua spontanea iniziativa o su richiesta di questi ultimi); infine svolge significative funzione di rilevazione statistica. Una particolare rilevanza, a proposito delle raccomandazioni e delle funzioni statistiche del FMI, assume il World Economic Outlook, una relazione periodica (redatta dai funzionari dell'Istituto) che elabora delle previsioni finanziarie e macroeconomiche sulla situazione delle economie dei suoi stati membri. La relazione fornisce e rende pubblici dati previsionali sullla dinamica dell'inflazione, sulle variazioni attese dei tassi di interesse e dei cambi, sui saldi della finanzia pubblica, sull'andamento delle variabili reali (produzione, consumi e investimenti) e dell'occupazione.
Fonte: Manuale di Economia Politica, Alfredo Gilibert, Ediz. Lattes.