Il caso riguarda un profugo nigeriano, fuggito dal proprio Paese per i pericoli connessi ad una situazione di fermento legata motivazioni politiche e religiose. Secondo la Suprema Corte non occorre solo la dimostrazione concreta di un pericolo personale per lo straniero scappato in Italia. Occorre, altresì, considerare la situazione di incertezza esistente nel Paese d'origine nonchè dei pericoli potenziali in caso di ritorno in patria. (Corte di Cassazione, ordinanza n. 15466/14, depositata il 7 luglio)