Lettera a Babbo Natale con il candore del cittadino che continua a credere che l'Italia possa essere un paese migliore e diverso, malgrado le infinite storture a cui la quotidianità ci costringe ad assistere. A Babbo Natale viene inviato il sogno di realizzare "un paese in cui chi sbaglia sa chiedere scusa", "un paese in cui ognuno ha il coraggio della verità", "un paese in cui la sconfitta è un'occasione per migliorare". Davanti al cinismo del mondo, il candore dei grandi ideali.
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Caro Babbo Natale,
noi ti scriviamo per la prima volta a nome di tutti i cittadini onesti e di buona volontà: perchè non ci regali un paese normale? Siamo stanchi di un paese sempre diviso in cui prevale il servilismo, la doppiezza e l'arroganza. Vorremmo vivere in un paese in cui, come diceva Cesare Zavattini, “con buongiorno intendo dire buongiorno, e basta”, senza il rischio di vedersi per forza collocato al fianco di qualcuno e senza l'obbligo di collocarsi. Vorremmo un paese in cui prevalgono i meritevoli. Un paese in cui, a scuola, il vero “infame” è chi copia e non chi si rifiuta di far copiare. Un paese in cui chi lascia la propria terra lo fa di proposito, per cultura o per diletto, e non per cercare un lavoro. Un paese in cui non è normale essere abbandonati per ore nella sala d'attesa di un pronto soccorso o aspettare mesi per un esame o un intervento. Un paese in cui davvero la legge è uguale per tutti e punisce anche i ricchi quando sono colpevoli. Un paese in cui l'avvocato bravo è quello che conosce la legge e non quello che conosce i giudici. Un paese in cui l'evasore fiscale deve provare vergogna davanti a chi paga le tasse. Un paese in cui esiste la libertà di stampa senza il rischio di essere censurati. Un paese in cui i ragazzi più talentuosi non devono fuggire all'estero per vedersi valorizzati. Un paese in cui ognuno sa riconoscere le proprie colpe e sa chiedere scusa. Un paese in cui chi soffre non si vede condannato alla solitudine. Un paese che rispetta gli anziani senza farli sentire un peso. Un paese in cui si possa vivere serenamente senza il rimorso di essere onesti. Un paese che ha il coraggio di dare torto anche ai potenti. Un paese in cui si entra in politica per passione e non per carrierismo. Un paese in cui ognuno impara ad ascoltare senza sentirsi in diritto di urlare. Un paese che non deve costringere ad urlare per essere ascoltati. Un paese in cui la povertà viene combattuta senza essere ignorata. Un paese in cui i campioni dello sport sono un esempio per la serietà e non per gli ingaggi o il taglio dei capelli. Un paese in cui il poliziotto che fa il proprio dovere non deve sentirsi un eroe. Un paese in cui ognuno deve sentirsi responsabile quando all'estero ridono di noi. Un paese in cui le tesi di laurea non si copiano. Un paese in cui i docenti universitari non impongono agli studenti di acquistare il libro scritto da loro. Un paese in cui il dentista non ti chiede se hai bisogno della fattura. Un paese in cui il bravo commercialista non è quello che aiuta a frodare il fisco impunemente. Un paese in cui il cittadino non è assuefatto alla raccomandazione e al degrado. Un paese in cui lo Stato combatte “davvero” la criminalità. Un paese in cui il cittadino ha il senso delle istituzioni al di là degli uomini che le rappresentano. Un paese in cui un politico che perde le elezioni dignitosamente toglie il disturbo. Un paese in cui ognuno ha il coraggio della verità. Un paese in cui la sconfitta viene vissuta come occasione per migliorare. Un paese in cui il denaro non è una ragione di vita ma un mezzo per essere uomini liberi. Un paese che sa amare il diverso senza farlo sentire diverso.
Caro Babbo Natale, come vedi, il nostro desiderio è quello di vivere in un paese semplice, senza l'obbligo di fare cose straordinarie e senza la necessità di sentirci per forza migliori. In pratica, un paese normale. Dici che che ti sarà possibile esaudirlo?
Con affetto.