Secondo l'Ufficio studi del Senato, per i disegni di legge promossi dal Governo, i due rami del Parlamento hanno impiegato tempi ben diversi da quelli diffusi dal battage renziano. Nell'anno 2015, per l'approvazione di una legge, sono stati necessari 70 giorni alla Camera e 89 al Senato; nell'anno 2014, 49 giorni alla Camera e 57 in Senato; nell'anno 2013, 20 giorni alla Camera e 14 in Senato. Ma c'è un altro dato sul quale sarebbe utile riflettere per meglio focalizzare gli elementi distorsivi che finiscono per inficiare e depotenziare le procedure parlamentari. (Segue)
Nel dibattito sulla riforma, uno degli argomenti teoricamente più probanti utilizzati dal governo verte sulla presunta lentezza del procedimento di formazione delle leggi. Si tratta, invero, di un luogo comune a cui gli stessi assertori del No usano replicare con qualche difficoltà denotando con ciò scarsa contezza dei tempi effettivi dell' "iter legis". Si ponga mente a questi dati che confutano in modo incontrovertibile la tesi della navetta e delle lungaggini legislative. Secondo l'Ufficio studi del Senato, per i disegni di legge promossi dal Governo, i due rami del Parlamento hanno impiegato tempi ben diversi da quelli diffusi dal battage renziano. Nell'anno 2015, per l'approvazione di una legge, sono stati necessari 70 giorni alla Camera e 89 al Senato; nell'anno 2014, 49 giorni alla Camera e 57 in Senato; nell'anno 2013, 20 giorni alla Camera e 14 in Senato. Ma c'è un altro dato sul quale sarebbe utile riflettere per meglio focalizzare gli elementi distorsivi che finiscono per inficiare e depotenziare le procedure parlamentari. A fronte della citata celerità delle leggi di iniziativa governativa, le Camere denotano una singolare lentezza nei progetti di legge di iniziativa parlamentare, prevalentemente riconducibili alle opposizioni. Vediamo: nell'anno 2016, per approvare una legge ci sono voluti ben 392 giorni alla Camera e 226 al Senato; nell'anno 2015, ben 400 giorni alla Camera e 313 al Senato. Come si vede, si tratta di una discrasia che, con un minimo di onestà intellettuale, è da imputare esclusivamente ad una precisa volontà delle forze di governo di privilegiare l'iniziativa legislativa dell'esecutivo, come si può arguire da un altro dato che, come recita un vecchio brocardo, “minus dixit quam voluit”: nel decennio 2003-2013, l'84% delle leggi approvate dal Parlamento italiano si compone di disegni di legge di iniziativa governativa (fonte, Open polis). Da questi dati emerge, pertanto, con estremo nitore, che il bicameralismo paritario, pur costituendo un unicum nel panorama degli stati europei, rappresenta un falso problema. Parimenti, occorre demistificare il mito della navetta sul quale i renziani hanno dato mostra di inusitata maestria nella falsificazione della realtà. Infatti, sempre secondo “Open polis”, nell'attuale legislatura solo 1/5 delle leggi ha subito modifiche nel passaggio da un ramo all'altro del parlamento. Si tratta, complessivamente, di 50 leggi delle quali 43 hanno richiesto tre approvazioni (cioè, una in più rispetto al normale iter). Se vogliamo dirla tutta, l'unica, vera, anomalia ha per oggetto la legge che ha introdotto l'omicidio stradale per la quale sono stati necessari cinque passaggi parlamentari. Il vero obiettivo della riforma, pertanto, non è quello di conferire speditezza alle procedure di un Parlamento che, va rammentato, è il più prolifico d'Europa dopo quello tedesco. C'è altro. C'è il tentativo di realizzare una concentrazione di poteri sulla quale la nostra classe intellettuale, in passato sempre così attenta e premurosa nella difesa della nostra fragile democrazia, oggi sembra denotare una singolare afasia. Come diceva Simone de Beauvoir, ci sono risposte che non avrei la forza di ascoltare e perciò evito di porre le domande.
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I MITI DA SFATARE
1) IL “MITO” DELLA LENTEZZA DEL PARLAMENTO (fonte, Ufficio Studi del Senato)
DISEGNI DI LEGGE (iniziativa governativa)
2015: 70 giorni alla Camera e 89 al Senato.
2014: 49 giorni alla Camera e 57 in Senato
2013: 20 giorni alla Camera e 14 in Senato
DECRETI LEGGE (tempi di conversione)
2016: 28 giorni alla Camera e 14 in Senato
PROGETTI DI LEGGE (iniziativa parlamentare)
2016: 392 giorni alla Camera e 226 al Senato
2015: 400 giorni alla Camera e 313 al Senato
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Dal 2013 ad oggi:
-dei 609 ddl presentati dal Governo, 195 sono diventati legge, pari al 32,02 per cento.
-delle 6.013 norme presentare dal Parlamento, solo 46 sono diventati legge, pari al 0,77 per cento.
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2) IL “MITO” DELLA NAVETTA: lo studio di “Open Polis”
-Delle 252 leggi approvate nell'attuale legislatura, solo 50 sono state "vittime" della navetta imputabili alle modifiche apportate dai due rami del parlamento, cioé il 19,8 per cento.
-Di queste 50 leggi, 43 hanno richiesto tre approvazioni, cioè una in più rispetto al normale iter. Solo per 5 leggi ci sono stati quattro passaggi parlamentari.
-I casi-limite sono soltanto 2 ed hanno per oggetto la legge che ha introdotto l'omicidio stradale (cinque passaggi parlamentari) e e l'attuale riforma costituzionale (sei passaggi, di cui quattro obbligatori in quanto procedura aggravata).
-Tempi di approvazione record di alcune leggi: la legge Fornero venne discussa e approvata in soli 17 giorni, per tacere delle numerose leggi "ad personam" che le Camere approvarono per salvare Berlusconi.
-Anche il confronto con gli altri paesi dimostra che il nostro Parlamento é più prolifico di quello che i riformatori vogliono far credere. In Italia sono approvate, in media, 120 leggi all'anno, in Francia 91, in Spagna 45, nel Regno Unito 42. Solo la Germania approva più leggi del nostro paese: 144 all'anno (fonte: Rapporti della Camera dei Deputati, dati dal 1997 al 2013; La Veritá, 6 ottobre 2016).
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3) DAL 1948 CI SONO STATE BEN 36 MODIFICHE COSTITUZIONALI:
16 modifiche della Costituzione (tre dal 2001), per 20 volte la modifica ha avuto per oggetto una legge costituzionale.