La forza di Berlusconi consiste nell'incapacità degli avversari di batterlo. Serve fantasia, immaginazione. Una riflessione brillante e provocatoria di Franco Brera, figlio di Gianni Brera.
Sembra quasi di essere a metà di un lunghissimo tunnel: un chiarore si intuisce davanti, lontano. O anche a metà dell’erta, quando un’ altra luce filtra tra gli alberi e si capisce che i crinale è vicino. Insomma, molti cominciano a sussurrare che l’era del Cavaliere sta avviandosi a finire e che forse faremo a tempo a vederne la caduta. Una bella condanna per mafia e via. Un infartino sul fico e via. Un colpo apoplettico con le corna impigliate in una muleta confusa con una bandiera rossa. Soluzione radical-naturale. No, non è giusto. Senza arrivare all'estremismo del PD che si augura di battere Berlusconi con le armi della politica e non con le leggi della Repubblica, speriamo che il Premier abbia lunga vita e una breve agonia solo politica.
In realtà tutte queste avvisaglie potrebbero testimoniare esattamente il contrario di ciò che sembra: Berlusconi è un toro ben saldo sulle zampe e sono solo isterismi anche le inquietudini di Fini, baluardo della democrazia (poveri noi, dopo ciò gli italiani non si stupiranno più di niente: ormai manca solo che il comunista Napoletano sia fotografato mentre bacia un prete).
Una proposta: conoscere il vero nome di qualcuno (quello assegnato alla sua anima eterna e increata) dicono dia potere assoluto su di lui. Nominare un nome terrestre invece rinforza l’umano che lo porta e dà a lui un potere su chi lo fa. Per questo sono così numerosi gli pseudonimi del Maligno e per questo da sempre tutti gli appartenenti a qualsiasi ordine sacerdotale esortano a non pronunciarne mai nessuno. Perfino nella saga di Harry Potter solo i maghi-guerrieri più coraggiosi e puri d’animo possono nominare l’Oscuro Signore, Voldemort. Gli altri ricorrono a perifrasi: “Tu sai chi”, “Voi sapete chi” etc etc: un’onesta forma di rispetto che ogni soldato deve al duca avversario.
“Falso Inimico” si diceva nel Medioevo e non per dire “vero amico” bensì per giustapporre due sue qualità: “falso e nemico” e stare alla larga da nomi e nomignoli.
E allora, se tutto ciò è stato ed è vero, perché continuiamo a parlare di Berlusconi? Perché il suo nome è forse fra quelli che più spesso risuonano nei notiziari? Perché risuona così spesso anche nelle nostre chiacchiere quotidiane? E chissenefrega di Berlusconi! Non parliamone più e le sue forze andranno scemando. Da oggi diciamo anche noi “Tu sai chi”. Chi è “Tu sai chi”? E’ uno degli infiniti nomi di “Voi sapete chi”. Oppure potremmo anche nominarlo al contrario, o meglio – come più gli si addice – alla pecorina: inocsulreb, aiv iav o anche – più aulico: orter edav.