Per 6 mila detenuti giovedì 16 dicembre si apriranno le porte del carcere. Entrerà, infatti, in vigore la legge n. 199 del 1° dicembre 2010 che prevede il diritto di essere ammessi agli arresti domiciliari nel caso di pena residua di un anno o meno di un anno.
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Per 6 mila detenuti giovedì 16 dicembre si apriranno le porte del carcere. Entrerà, infatti, in vigore la legge n. 199 del 1° dicembre 2010 che prevede il diritto di essere ammessi agli arresti domiciliari nel caso di pena residua di un anno o meno di un anno. Questa misura consentirà di risolvere, sia pure parzialmente, l'eterno dilemma della sovrappopolazione carceraria. I dati più recenti stimano che, a fronte di una capienza di 44.874 posti, i detenuti esistenti nelle carceri italiane sono 69.155, di cui 25.383 stranieri e 3.033 donne.
Potranno beneficiare degli arresti domiciliari anche i detenuti recidivi. Questa possibilità sarà operativa fino a tutto il 2013 in attesa del completamento del cosiddetto "piano carceri" che prevede la costruzione di 11 nuove carceri nonchè la costruzione di altri padiglioni nelle strutture già esistenti.
Non possono beneficiare degli arresti domiciliari:
1) chi è stato giudicato come delinquente abituale, professionale, o per tendenza;
2) chi è sottoposto al regime di sorveglianza particolare per avere tenuto condotte violenti all'interno delle carceri;
3) chi, in base al giudizio del Magistrato di Sorveglianza, potrebbe approfittare del beneficio per fuggire;
4) chi è stato punito per aver commesso reati particolarmente gravi (omicidio volontario, terrorismo, associazione criminale, violenza sessuale di gruppo).
I dati del Ministero riferiscono che i detenuti che hanno una pena residua da scontare inferiore ad un anno sono circa 9.600 (di cui 4.500 stranieri) ma non tutti questi detenuti potranno beneficiarne a causa della mancanza di una sede in cui scontare la pena.
La legge 199 prevede, inoltre, che la pena residua possa essere scontata anche in luoghi di assistenza e accoglienza. Infine, per i detenuti tossicodipendenti e stranieri, è ammesso il ricorso a strutture non profit.