Obbedire alle leggi della città o alle leggi non scritte ma presenti nel profondo di ogni essere? E' il dilemma cruciale su cui si interroga Sofocle, senza dare una risposta ultima ma, in qualche modo, lasciando alla sua Antigone la scelta, tragica e bella che apre all'Occidente una possibilità nuova e straordinaria, cioè che il bene e il male abbiano come ultimo tribunale la coscienza e non la legge umana. Per qualche lacchè di qualche mediocre Creonte che si nasconde dietro presunte leggi della città per dissimulare l'opportunismo politico di sempre o un ancora più squallido odio resta invece, da parte di chi comprende cosa sia la cittadinanza, il senso di responsabilità, il valore della solidarietà e del soccorso al debole e la democrazia, solo un istintivo e inevitabile senso di repulsione.
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E' notizia di questi giorni: il sindaco di Riace Domenico Lucano viene arrestato perché avrebbe commesso il reato di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Onnipresenti intercettazioni rivelerebbero un eccesso di disinvoltura nel compiere azioni, di fatto, illegali quali matrimoni per regolarizzare stranieri ed impedire che restino in quel limbo in cui molti cosiddetti "clandestini" oggi sono costretti a vivere.
Antigone è ancora attuale. Obbedire alle leggi della città o alle leggi non scritte ma presenti nel profondo di ogni essere? E' il dilemma cruciale su cui si interroga Sofocle, senza dare una risposta ultima ma, in qualche modo, lasciando alla sua Antigone la scelta, tragica e bella che apre all'Occidente una possibilità nuova e straordinaria, cioè che il bene e il male abbiano come ultimo tribunale la coscienza e non la legge umana.
Ma quello che è forse ancora più cruciale: ha senso obbedire ad uno stato se lo stato si pone contro una evidenza di giustizia o, in modo più sottile, qualsiasi interprete della giustizia agisce sempre secondo giustizia solo perché agisce, evidentemente, nella legalità? Ma chi interpreta questa legalità e come?
Forse dovremmo prendere coscienza del fatto che quando si ricordano atti di coraggio nei momenti più bui della nostra storia, ad esempio, nel Novecento, le scelte dei Giusti tra le nazioni, si sta intrinsecamente riconoscendo che c'è una percezione di Giustizia da parte della coscienza di ogni uomo più significativa di quella tradotta in leggi e affermata da uno stato. Ad esempio, nella legalità imposta dal nazifascismo, l'illegalità di chi si vi si opponeva, aiutando i perseguitati, fu, nei valori della Resistenza, la vera espressione della Giustizia. Dunque ancora oggi una legalità che non si confronti con valori connessi con la vita o che preveda un'obbedienza cieca priva di valutazioni rischia di essere una legalità senza Giustizia. Dunque Domenico Lucano, come ogni uomo di coscienza, disobbedisce o, meglio, nel più squisito stile della disobbedienza italiana, si barcamena cercando di non fare del male a nessuno nell' ottemperare ad una legalità che comporta conseguenze crudeli come il rimpatrio di qualche migrante. E la procura di Locri lo inquisisce.
Curiosamente Riace e Locri si trovano in una terra terribile dove la violenza e i rapporti di forza regolano ancora la vita di troppe persone. Ma di questo evidentemente alcuni procuratori non si accorgono. Domenico Lucano riesce a fare un miracolo: riesce a realizzare a Riace una vera integrazione, riesce ad avvicinare comunità diverse sotto il segno della solidarietà, riesce a dimostrare che non è vero che l'unica soluzione sono i muri e il filo spinato ma che, addirittura (udite udite!) i migranti sono una risorsa tanto che Riace si ripopola e italiani e stranieri lavorano insieme. Teoria che lui mette alla prova dimostrando concretamente che è vero ma che, chiunque dotato di ragione, avrebbe potuto ipotizzare valido proprio in considerazione di una analisi socio-economica anche piuttosto semplice. Se si ricostruisce un paese sotto il segno della solidarietà, del lavoro condiviso e del superamento del razzismo si sta costruendo il futuro. Il "modello Riace" diventa una proposta al mondo. Dove è andato a finire il Bene fatto di saggezza, di quella sapienza pratica che, insieme alla Giustizia, al coraggio, alla capacità di dominare l'istinto di avidità gli antichi ritenevano necessario perché nella città e nello stato regnasse la concordia e la vita buona? Purtroppo " mala tempora currunt" in un' Italia dove l'unico male sembrano le migrazioni, esito spontaneo e storico della globalizzazione, dove si inventano astrusità sociologiche quali presunti furti di lavoro da parte di immigrati (giovani) nei confronti di lavoratori (vecchi) che hanno solo una gran voglia (comprensibile per altro visti i tempi prospettati) di andare in pensione. E' questa Italia dove oggi non si riesce, anche da parte di leader politici che godono di grande consenso, a raccontare la verità e cioè che la nostra è una società di vecchi e che il rischio vero si chiama "inverno demografico" e "crescita zero", che in pensione non ci possiamo andare proprio per questo, che il lavoro si è distribuito in conseguenza della globalizzazione e di un liberismo selvaggio che ha falcidiato la classe media, che i ricchi (sempre più pochi) sono sempre più ricchi e che gli altri stanno facendo il gran salto nella povertà o l'hanno già fatto. Coraggio Domenico. Si ricordi che purtroppo le Antigoni un potere ingiusto le punisce sempre! Paga per delle scelte coraggiose ma, quando qualcuno comprende che cosa sia la Giustizia, ricorda e ringrazia Antigone e gente come Lei. Per qualche lacchè di qualche mediocre Creonte che si nasconde dietro presunte leggi della città per dissimulare l' opportunismo politico di sempre o un ancora più squallido odio resta invece, da parte di chi comprende cosa sia la cittadinanza, il senso di responsabilità, il valore della solidarietà e del soccorso al debole e la democrazia, solo un istintivo e inevitabile senso di repulsione.