Gli estensori del contratto sanno bene che é un accordo scritto sull'acqua, un vezzoso florilegio di desideri irrealizzabili, la promessa di un eldorado impossibile da attuare. Il vero obiettivo di Lega e 5 Stelle, pertanto, è di lanciare una grande sfida all'Europa per cui, quando Di Maio sostiene che questo governo "riscriverà la storia", significa che stiamo per entrare in una fase di grandi tensioni con la tecnocrazia di Bruxelles sulla quale il prossimo governo scaricherà, prevedibilmente, tutte le responsabilità per la mancata realizzazione delle promesse contenute nel contratto.
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E così, con un colpo di bacchetta magica, Lega e 5 Stelle si accingerebbero ad andare al governo regalando agli italiani un “libro dei sogni” che neppure Silvio Berlusconi avrebbe avuto il coraggio di sottoscrivere davanti allo sguardo devoto di Bruno Vespa. Dunque, pronostico sbagliato: il governo giallo-verde si farà. E si farà sfidando tutti i malevoli che non hanno riposto fiducia nella reale volontà di Salvini e Di Maio di governare insieme cancellando un decennio di invettive. Siamo davanti ad un governo che rischia, davvero, di riscrivere la storia, come ha enfaticamente dichiarato Di Maio. Non va sottovalutata questa frase che occorre collocare in un quadro più ampio di cui il contratto fornisce solo una rappresentazione parziale. Si ponga mente alla prima bozza del contratto di governo, diffusa dalla stampa e timidamente smentita dalle parti, nella quale veniva proposta la creazione di una procedura per l'uscita dall'euro simile a quella prevista dal Trattato di Lisbona per l'uscita dall'Unione europea. Si é trattato chiaramente di un “ballon d'essai”, lanciato astutamente per saggiarne gli umori, dal quale, tuttavia, risulta possibile arguire le reali traiettorie che questo governo intende imprimere alla propria azione di governo nei rapporti con l'Europa. Una vera riscrittura della storia non potrà che avere questo esito nefasto: riportare l'Italia fuori dal perimetro dell'Unione. Questo rappresenta l'unico, vero, collante di un governo all'interno del quale sono “condannate” a coesistere due forze il cui unico cemento ideologico é costituito dall'anti-europeismo. Gli estensori del contratto sanno bene che é un accordo scritto sull'acqua, un vezzoso florilegio di desideri che, ora, stando al governo, é giusto regalare agli italiani dopo anni di narrazioni apocalittiche. Come d'incanto, le orripilanti distopie del passato hanno assunto le sembianze magiche dell'Utopia di Tommaso Moro e della Città del Sole di Campanella: siamo all'alba di un nuovo evo, suadente e carezzevole, che dovrà lottare contro un orco cattivo chiamato Europa. Dopo il tramonto di Berlusconi e il declino di Matteo Renzi, sarebbe stato lecito attendersi una vera svolta nella leadership del paese. Di contro, sia Di Maio che Salvini confermano la pochezza di una classe politica che riflette, a sua volta, la mediocrità di un'intera classe dirigente che non é mai stata in grado di ergersi a nobile interprete dell'interesse generale. In questi giorni, chiunque ha potuto constatare, attraverso il contributo di economisti e opinionisti di diverso orientamento, che il contratto siglato da Lega e 5 Stelle é una minestra infarcita di promesse irrealizzabili che porterebbero il paese alla bancarotta. Poiché é da escludere che Di Maio e Salvini non lo sappiano, occorre chiedersi quali siano i veri obiettivi che entrambi intendono perseguire. La verità é che Lega e 5 Stelle covano il proposito di lanciare una grande sfida all'Europa per cui risulta ragionevole credere che stiamo per entrare in una fase di grandi tensioni con la tecnocrazia di Bruxelles sulla quale il prossimo governo scaricherà, prevedibilmente, tutte le responsabilità per la mancata realizzazione delle promesse contenute nel contratto. Per dare un senso ad un governo così insensato, non ci sono altre spiegazioni plausibili se non quella di voler dare una spallata alla costruzione comunitaria. Grazie a Luigi Di Maio, sbarca, dunque, nel nostro paese Marine Le Pen travestita da Salvini. In proposito, occorre ammettere che se il governo Lega – 5 Stelle andrà in porto, il vero vincitore sarà proprio lui, Matteo Salvini. Quando i 5 Stelle avranno smaltito la sbornia della vittoria elettorale, si renderanno conto di essere l'asse di un governo lepenista che finirà per consegnare definitivamente il paese al centro-destra, come già anticipano i sondaggi. Grazie a Salvini, la destra italiana continuerà ad essere quella che Berlusconi ha disegnato fin dagli esordi: una destra di lotta e di governo che presidia stabilmente i luoghi di potere senza perdere il controllo della piazza. Il Movimento 5 Stelle non ha ancora capito che il suo vero antagonista é la Lega e non il Pd. Leggere la geografia elettorale del Nord aiuterebbe a capire questa verità che, in modo sconsolante, il povero Di Maio dimostra di non avere ancora capito.