Esattamanete sessant'anni fa il Sant'Uffizio emanò il decreto con cui venne ufficializzata la scomunica del Pci e di chiunque, da cattolico, accettava in teoria e nei fatti il materialismo ateo proposto dal Partito Comunista. Riteniamo possa essere interessante la lettura del testo integrale del decreto ecclesiastico.
« È stato chiesto a questa Suprema Sacra Congregazione:
se sia lecito iscriversi al partito comunista o sostenerlo;
se sia lecito stampare, divulgare o leggere libri, riviste, giornali o volantini che appoggino la dottrina o l'opera dei comunisti, o scrivere per essi;
se possano essere ammessi ai Sacramenti i cristiani che consapevolmente e liberamente hanno compiuto quanto scritto nei numeri 1 e 2;
se i cristiani che professano la dottrina comunista materialista e anticristiana, e soprattutto coloro che la difendono e la propagano, incorrano ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica, in quanto apostati della fede cattolica.
Gli Eminentissimi e Reverendissimi Padri preposti alla tutela della fede e della morale, avuto il voto dei Consultori, nella riunione plenaria del 28 giugno 1949 risposero decretando:
negativo: infatti il comunismo è materialista e anticristiano; i capi comunisti, sebbene a volte sostengano a parole di non essere contrari alla Religione, di fatto sia nella dottrina sia nelle azioni si dimostrano ostili a Dio, alla vera Religione e alla Chiesa di Cristo;
negativo: è proibito dal diritto stesso (cfr. canone 1399[4] del Codice di Diritto Canonico);
negativo, secondo i normali princìpi di negare i Sacramenti a coloro che non siano ben disposti;
affermativo.
Il giorno 30 dello stesso mese ed anno il Papa Pio XII, nella consueta udienza all'Assessore del Sant'Uffizio, ha approvato la decisione dei Padri e ha ordinato di promulgarla nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis. »
(Decretum, 1 luglio 1949)