Malgrado la sua longevità, l’impero degli Zar svanisce, in modo sorprendente, in pochi giorni tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo del 1917. Quando inizia la Grande guerra, la Russia è ancora un paese fortemente arretrato, in cui però sotto l’apparente immobilismo si innescano processi di cambiamento. Nelle immense campagne dominate dal latifondo nobiliare, il tentativo di costituire la piccola proprietà borghese eliminando le terre comuni del villaggio aveva creato malcontento tra i contadini.
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La storia talvolta accelera il suo corso, istituzioni che sembrano immodificabili crollano improvvisamente, come un legno tarlato che all’esterno sembra solido, ma basta poco perché si schianti e si sbricioli. Conoscere gli avvenimenti storici ci aiuta a capire il presente, noi europei viviamo in pace ed in democrazia dal 1945, tanto che pace e democrazia ci sembrano naturali e eterni, ma così non è, si possono ancora innescare fattori politici, sociali ed economici (nazionalismo, protezionismo economico …) che potrebbero riportarci a vivere in società autoritarie e aggressive. L’impero degli Zar durava da molto tempo, eppure in modo sorprendente svanisce in pochi giorni tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo del 1917. Quando inizia la Grande guerra, la Russia è ancora un paese fortemente arretrato, in cui però sotto l’apparente immobilismo si innescano processi di cambiamento. Nelle immense campagne dominate dal latifondo nobiliare, il tentativo di costituire la piccola proprietà borghese eliminando le terre comuni del villaggio aveva creato malcontento tra i contadini. Nelle periferie della città con capitale straniero si era avviata l’industrializzazione e si stava costituendo una classe operaia in cui si diffondeva la propaganda clandestina dei partiti socialisti. Il potere dello Zar Nicola II è indebolito dalla sua personalità debole, , dagli intrighi di corte sorti a causa dello strapotere acquisito da Rasputin, un monaco avventuriero, assassinato nel 1916. La guerra agisce in modo drammatico sul paese, il fronte, dopo le prime illusorie vittorie si è stabilizzato come in Occidente, è una guerra logorante in cui le perdite di vite sono altissime senza nessun risultato, il freddo e la fame aumentano il malcontento tra le truppe. La produzione agricola e industriale è tutta investita nello sforzo bellico, nelle città è la miseria, il pane manca, i salari reali calano e la disperazione cresce. La situazione è particolarmente tesa nella capitale Pietrogrado, la città in cui si trovano i palazzi del potere politico, ma anche diverse industrie, tra cui la Putilov, una delle principali fabbriche di armi. Nel gennaio 1917 iniziano le prime agitazioni durante le commemorazioni della rivolta del 1905, quando i manifestanti furono attaccati dall’esercito con centinaia di morti e feriti. Il 18 febbraio iniziano gli scioperi nelle fabbriche per ottenere aumenti di salario. Il 23 febbraio agli operai si uniscono anche molte donne, la città per più giorni è attraversata da migliaia di manifestanti (si parla di 250.000) che chiedono pane. Il governo e lo zar, che si trova al fronte, all’inizio non si preoccupano delle agitazioni, ma poi il 26 febbraio ordinano all’esercito di intervenire, che lo fa sparando sulla folla, con una quarantina di morti tra i manifestanti. Ma proprio in quel giorno hanno inizio le manifestazioni di disagio nelle truppe e il 27 febbraio un intero reggimento si ammutina e rifiuta di sparare sulla folla, i soldati non ubbidiscono ai comandanti, si uniscono alla gente, la protesta diventa rivolta aperta, alla fine della giornata di fatto la città è nelle mani degli insorti. Lo zar Nicola II cerca di rientrare a Pietrogrado, ma il suo treno viene deviato in una località, Pskov, lontano dalla capitale perché i binari sono controllati dagli insorti. Esponenti del governo e della Duma (il Parlamento russo) lo raggiungono e gli comunicano che è opinione diffusa nei vertici politici e militari che l’unico modo per salvare la monarchia e la sua abdicazione in favore del fratello il granduca Michele. Nicola, frastornato e incapace di gestire la situazione accetta, altri esponenti dei vertici politici raggiungono il granduca Michele, che però a sua volta di fatto rinuncia al trono. Così in pochi giorni, come un castello di carte, finiscono la dinastia dei Romanov e l’impero zarista. Si diffonde la notizia che la Russia è diventata una Repubblica e tutti la considerano ormai la realtà. Nei giorni seguenti la Duma elegge un governo provvisorio guidato dal principe Georgy L’vov con l’intento di costituire uno stato liberale e borghese, continuando la guerra a fianco di Francia e Inghilterra. Ma la scelta di continuare la guerra renderà impopolare il governo provvisorio, la gente vuole la pace, e sempre più si orienta a sostenere l’altro centro di potere nato dal basso in quei giorni, i Soviet, ossia i Consigli dei delegati eletti da operai e soldati che hanno preso il controllo della città e chiedono innanzitutto la fine della guerra.
Così in pochi giorni, ciò che sembrava immutabile, lo zarismo, sparisce dalla storia, poi purtroppo una rivoluzione che nasce come espressione di una democrazia diretta popolare diventerà uno stato totalitario. In Europa nel giro di pochi anni si sviluppano fascismo e nazismo, e diversi Stati diventano dittatoriali, nel 1939, quando inizia la II guerra mondiale, gli Stati liberali e democratici sono la minoranza. Anche oggi assistiamo in occidente ad una crisi economica e politica, il divario tra i pochi che detengono la ricchezza e la popolazione va sempre più crescendo , dobbiamo vigilare perché si possa avviare un cambiamento politico, ma evitando la perdita della democrazia e delle libertà.