Forse non è vero, come sostengono in tanti, che il computer, che tutto il mondo del web, dell’ ”on line”, dei Social Network, non sono cosa per i vecchi. Per il fatto che gli anziani fanno molta fatica ad armonizzare con questo nuovo, vigoroso, inarrestabile verbo che è “digitare”. E noi matusa, pigri e rassegnati diamo ragione ai tanti e diciamo: «Siamo venuti vecchi con la mentalità del pallottoliere e dell’enciclopedia Treccani, non abbiamo la mentalità giusta per questo mito del computer».
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Forse non è vero, come sostengono in tanti, che il computer, che tutto il mondo del web, dell’ ”on line”, dei Social Network, non sono cosa per i vecchi. Per il fatto che gli anziani fanno molta fatica ad armonizzare con questo nuovo, vigoroso, inarrestabile verbo che è “digitare”. E noi matusa, pigri e rassegnati diamo ragione ai tanti e diciamo: «Siamo venuti vecchi con la mentalità del pallottoliere e dell’enciclopedia Treccani, non abbiamo la mentalità giusta per questo mito del computer». Penso che il computer non solo deve essere considerato quasi come “vün di nost”, ma addirittura una gran bella opportunità per rendere più serena, più accettabile la vecchiaia con tutte le sue paturnie, tutti i suoi mali. Ho letto che qualcuno ha detto che Facebook, per esempio, al quale si dedicano in massa i giovani e anche i meno giovani, è, in fondo, solo la palestra dei frustrati: il grande serbatoio in cui ognuno può scaricare le sue impressioni, le paturnie, le cattiverie, il sarcasmo, i commenti, anche i più reconditi grovigli del suo stato d’animo: un rigurgito inarrestabile, senza freno: basta che non insulti nessuno e resti nella correttezza delle espressioni. Forse tutto questo è vero, però qualche volta trovo in Facebook anche qualche cosa di assai bello, edificante, istruttivo, pieno di cultura, da prendere come insegnamento e che magari tira su anche il cuore. Tanto per non andare lontano mi piace scoprire, ogni tanto, qualche elevato pensiero di uno scrittore e filologo importante. Dialogare con Facebook e altri Social Network può costituire un bell’ aiuto per un anziano che come me si è trovato addosso qualche tristezza improvvisa che ha bisogno di uno sfogo con un amico vicino, oppure anche quelli lontani. E’ stato così che a Facebook ho affidato le mie malinconie, o, chiamiamole pure frustrazioni. Tutto è nato da un accadimento che mi ha rattristato molto. Ho avuto improvvisamente bisogno di annunciare che era morto il mio gatto: non tanto per informare gli amici ma perché parlando del triste avvenimento mi sembrava di allontanare un po’ le mie ambasce. Annunciare la morte di qualcuno voleva dire fare pubblicare un necrologio. Ma come facevo si trattava del gatto. E allora cosa ho fatto: ho pensato a Facebook . Ho preso una bella immagine di Tobia, scattata qualche tempo fa, l’ho postata poi ho scritto: «Se n’è andato Tobia, aveva quai vent’anni e fino all’ultimo è stato dispensatore di infinite gaiezze». Ho quindi fatto un necrologio in Facebook, un negrologio per un animale: cosa da pazzi per un organo di comunicazione tradizionale. Invece Facebook è grande, prende tutto, non c’è alcun senso di follia fare il necrologio di un animale in questo mezzo di comunicazione e di dialogo con gli amici. Hanno risposto oltre un centinaio di “amici” alcuni commossi, alcuni “partecipi”. Un illustre letterato (di sicuro amico dei gatti) ha scritto: «Un pensiero per Tobia». Nessuno si è scandalizzato, penso che nessuno abbia pensato che io, se non proprio pazzo, sia un po’ strano o strampalato. Forse il mio è il caso estremo ma per tanti altri anziani i social network possono essere dunque una via d’uscita, una strada, per altro facile da percorrere, senza imbarazzi, senza rossori, tranquillamente, basta prendere in considerazione che il verbo “digitare” può essere alla portata di tutti, quando si vogliono far sfogare un po’ le nostre malinconie, i nostri affanni, quando si vuole solo trovare qualcuno con cui parlare. E noi anziani di momenti difficili tanti ne abbiamo: la solitudine, la cognizione del tempo che scorre inesorabilmente veloce: “quel giorno” (per noi non soltanto per il gatto) si affaccia ogni mattino di più. Ecco quindi che il computer ci può essere d’aiuto, anche soltanto per annunciare una cosa curiosa, o strampalata che sia, del nostro stato d’animo.
Articolo apparso su la Provincia del 5 Aprile 2017. Ringraziamo l'autore per la gentile concessione.