Il licenziamento per motivi economici (cd. giustificato motivo oggettivo) presuppone la necessità che sia finalizzato a migliorare l'efficenza produttiva dell'attività di impresa. Non occorre, pertanto, che via sia una contrazione del fatturato o uno stato di crisi dell'unità produttiva, come si evince dalla lettera dell'art. 3 della L. n. 604/1966. Segue
La natura plurioffensiva del reato di peculato implica che l’eventuale mancanza di danno patrimoniale conseguente all’appropriazione non esclude la sussistenza del reato, quando sia leso l’altro interesse protetto dalla norma ossia quello del buon andamento della pubblica amministrazione. Inoltre, in relazione all’ipotesi di peculato d’uso, richiedendo la fattispecie una distrazione momentanea e transitoria del bene dall’uso cui è destinato, è irrilevante la prova dell’interversione del possesso. (Corte di Cassazione, sentenza n. 23172/19)
Inutile il ricorso proposto dal marito. Confermata in Cassazione la visione tracciata in appello e centrata sul dato relativo all’esistenza di una accesa conflittualità tra i coniugi, che ha compromesso la serenità familiare e portato alla rottura della coppia. Irrilevanti i successivi comportamenti della donna. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 1, ordinanza n. 14591/19; depositata il 28 maggio)
Con sentenza n. 11416 del 30 aprile 2019, la Suprema Corte ha statuito che ai fini dell'applicazione dell’IMU vale il medesimo presupposto previsto per l’ICI, cioè il possesso degli immobili. Per l'Ici prima e per l'Imu dopo, soggetto passivo è il coniuge a cui viene assegnata la casa coniugale con provvedimento giurisdizionale. Tale principio deve valere anche nell'ipotesi di convivenza more uxorio per cui, nel caso di cessazione del rapporto la convivenza, il genitore assegnatario é da considerarsi il soggetto passivo del tributo con conseguente liberazione del genitore proprietario ma non assegnatario dell’immobile. Tutto ciò anche nei casi in cui l’assegnatario medesimo non sia comproprietario della casa.
La nozione di abnormità va ricondotta al comportamento imprudente del lavoratore posto in essere in modo autonomo e in un ambito estraneo alle mansioni affidategli, al di fuori di ogni prevedibilità per il datore di lavoro. Oppure, in un comportamento che, pur rientrando nelle mansioni che gli sono proprie, sia consistito in qualcosa di radicalmente lontano dalle ipotizzabili ed imprudenti scelte del lavoratore nell’esecuzione del lavoro. (Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza n. 16216/19; depositata il 15 aprile)
In tema di revocatoria fallimentare, la conoscenza dello stato di insolvenza dell’imprenditore da parte del terzo, pur se desumibile da elementi indiziari, caratterizzati dai requisiti di concordanza, precisione e gravità, deve essere effettiva e non meramente potenziale. A tal fine occorre provare l’esistenza di concreti elementi di collegamento con tali indizi, dai quali possa desumersi che il terzo non possa non aver percepito la situazione di dissesto in cui versava il debitore, facendo uso della sua normale prudenza. (Corte di Cassazione, sez. I Civile, ordinanza n. 10500/19; depositata il 15 aprile)
Ai fini della prova della sussistenza dei requisiti di non fallibilità, ciò che conta non è tanto la provenienza del documento dell’impresa, quanto la rappresentazione storica dei fatti e dei dati economici e patrimoniali dell’impresa medesima. Elemento centrale della valutazione è l’attendibilità del materiale disponibile, cioè dal grado di fedeltà del dato rappresentato con l’effettiva realtà dell’impresa. (Corte di Cassazione, sez. I Civile, ordinanza n. 10509/19; depositata il 15 aprile)
Respinto il ricorso di un ex dirigente di un istituto di credito. Legittimo il drastico provvedimento adottato dall’azienda. Evidente, secondo i Giudici, come il comportamento fraudolento dell’uomo abbia leso irrimediabilmente il vincolo fiduciario col datore di lavoro. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, ordinanza n. 10566/19; depositata il 16 aprile)
Indubbia la portata probatoria del verbale di contestazione della Polizia Stradale relativo alla violazione del codice della strada. Si tratta infatti di un atto pubblico che fa piena prova, fino a querela di falso. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile - 2, ordinanza n. 9037/19; depositata il 1° aprile)
La conversione in rapporto di lavoro a tempo indeterminato opera con effetto ex tunc dalla illegittima apposizione del termine al contratto, mentre l’indennità di cui all’art. 32, comma 5, l. n. 183/2010 ristora per intero il pregiudizio subito dal lavoratore, comprese le conseguenze retributive e contributive relative al periodo compreso tra la scadenza del termine e la pronuncia del provvedimento con il quale il giudice abbia ordinato la riammissione in servizio. (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 8385/19; depositata il 26 marzo)