Qualunque studente di diritto costituzionale, non solo, qualunque cittadino saprebbe spiegare che un vero sistema democratico attribuisce ai partiti la scelta dei candidati e agli elettori la scelta dei parlamentari. Di contro, in modo sfrontato, il sistema vigente riunisce le due prerogative annettendole ai partiti, meglio, alle loro segreterie. Pertanto, al cittadino-elettore si chiede solo di ratificare la selezione di una falange di minuscoli cacicchi per i quali le precedenti epurazioni serviranno da monito: siamo davanti ad una vera e propria militarizzazione del partito politico, all'annientamento di qualunque forma di dissenso, alla “soluzione finale” del sistema dei partiti.
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Le polemiche che hanno fatto seguito alla pubblicazione delle liste hanno confermato che la nuova legge elettorale ha consentito ai vertici dei partiti di portare a compimento quel regolamento di conti con le componenti interne più riottose che tutti prevedevano. Occorre ammettere che la mancata previsione delle preferenze rischia di alimentare l'astensione e il disgusto dei cittadini ai quali, inutile nasconderlo, è stato, di fatto, confiscato il potere di scegliere i propri rappresentanti. In questo senso, il “rosatellum” ha gravemente svilito le ragioni costitutive della nostra democrazia rappresentativa. Con un minimo di onestà intellettuale non si può, infatti, negare che le procedure di cooptazione dei candidati hanno spezzato in modo insanabile il legame tra elettori ed eletti. La verità è che siamo davanti ad una versione caricaturale di democrazia parlamentare che, probabilmente, rappresenta l'esito finale di un processo degenerativo delle nostre istituzioni che nasce da lontano. La crisi della nostra democrazia affonda le radici nella crisi del sistema dei partiti innescata dalle inchieste di Tangentopoli. Berlusconi ebbe il merito di intercettare per primo i segnali di quella crisi che, pur risparmiando gli eredi della tradizione comunista, lasciava presagire l'inizio di un nuovo evo della politica italiana. In questo senso, Berlusconi rappresenta l'archetipo di una forma-partito che, oggi, non costituisce più un'anomalia poiché, per gemmazione, ne sono sorte molteplici varianti. In quest'ottica, il “rosatellum” rappresenta l'approdo definitivo di questo “processo di berlusconizzazione” del sistema che non ha risparmiato nessun partito. Il sistema politico che ne é sortito non ha nulla di democratico perché, come si è detto, agli elettori è stata sottratta la scelta dei parlamentari che è stata avocata a sé dai vertici di partito. Qualunque studente di diritto costituzionale, non solo, qualunque cittadino saprebbe spiegare che un vero sistema democratico attribuisce ai partiti la scelta dei candidati e agli elettori la scelta dei parlamentari. Di contro, in modo sfrontato, il sistema vigente riunisce le due prerogative annettendole ai partiti, meglio, alle loro segreterie. Pertanto, al cittadino-elettore si chiede solo di ratificare la selezione di una falange di minuscoli cacicchi per i quali le precedenti epurazioni serviranno da monito: siamo davanti ad una vera e propria militarizzazione del partito politico, all'annientamento di qualunque forma di dissenso, alla “soluzione finale” del sistema dei partiti. Da questo arroccamento nasce l'esplosione di quella rabbia che, troppo corrivamente, viene liquidata come “populismo” per arginare il quale è stata varata una legge elettorale di cui si tende ad occultare le reali finalità. Vediamo di fare chiarezza. Come tutti sanno, con questa legge nessuna delle coalizioni elettorali in campo riuscirà ad ottenere la maggioranza necessaria per dare un governo al paese. Ciò in apparenza. In realtà, l'obiettivo perseguito dal ceto politico é proprio quello di usare il rischio di "balcanizzazione" della prossima legislatura per forzare l'avvento di un governo che, in condizioni normali, costituirebbe un'anomalia. La netta sensazione, pertanto, è che l'atomizzazione del quadro politico rappresenti un pretesto per legittimare un governo emergenziale di cui la campagna elettorale comincia a delinearne i contorni. Si ponga mente a questo dettaglio. Nelle interviste sulla stampa e nelle apparizioni televisive, si può verificare la grande cautela con cui sia Renzi che Berlusconi usano calibrare gli attacchi reciproci. Non solo: negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un attacco congiunto nei confronti del Movimento 5 Stelle, ben supportato dalla grande stampa che non esita a caldeggiare l'avvento di un governo composto da Pd e Forza Italia che marciano divisi ma colpiscono uniti. Tutti i segnali, pertanto, inducono a ritenere fondata l'ipotesi che il “rosatellum” sia stato concepito per favorire questa sorta di “fecondazione assistita” di un governo che avrà il compito di dare stabilità al paese e, nel contempo, di disinnescare i fermenti anti-europei che continuano a diffondersi nel corpo sociale. Si potrebbe dire che un fine nobile è stato perseguito in modo meno nobile, oppure, più prosaicamente, che il fine giustifica i mezzi. Non sarà facile, tuttavia, spiegare agli elettori perchè è giusto recarsi alle urne. Per queste ragioni, converrà essere sinceri, spiegando le necessità del paese e rinunciando ad ingannarli. Serve solo un pò di onestà, nulla di più.