Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone veniva ucciso barbaramente da Cosa Nostra. 57 giorni dopo la strage di Capaci, la mafia uccideva Paolo Borsellino. Il nostro tributo alla memoria dei due grandi magistrati vuole essere alieno da ogni retorica. Per questo ci limitiamo a proporre una foto che ha fatto storia, una foto che dovrebbe essere affissa sulle pareti di ogni aula di Tribunale, di ogni scuola, di ogni ufficio pubblico e, perchè no, di ogni abitazione.
Torre Colimena si trova nel golfo di Taranto, sul litorale jonico. La località prende il nome “Colimena” da una delle tante torri costruite lungo il golfo di Taranto per ordine della Regia Corte di Napoli nel 1563, a difesa delle zone abitate, per impedire il dilagare degli invasori nella fertile campagna dell’interno. Un luogo pieno di magia ascetica da visitare e ammirare per la bellezza del mare, della Torre e della Chiesa.
In Italia ci sono carriere costruite sul nome o sull'appartenenza a partiti, lobby, potentati, associazioni, con o senza cappuccio. Un paese che non riconosce il merito è un paese destinato alla strappo sociale permanente e alla dissoluzione di ogni forma di coesione sociale. In questo modo viene ingannato il presente ma viene altresì falsato il futuro e le nuove generazioni saranno legittimate a nutrire crescente sfiducia nelle istituzioni, nella società e finanche in se stesse.
La recessione che si è abbattuta sull'Occidente riporta in auge il pensiero di John Maynard Keynes. Il rigore finanziario voluto e praticato dalla Bce è causa di una disoccupazione di massa senza precedenti. Il cittadino non può attendere che il sistema economico ritrovi prodigiosamente il suo equilibrio perchè, come diceva Keynes, "questo lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti". Ecco un piccolo florilegio delle frasi più celebri del grande economista.
Il testo della canzone di Francesco Guccini, "Addio", come occasione per riflettere sulla necessità, ormai ineludibile, di una scelta di campo su valori e principi che una comunità non dovrebbe ritenere negoziabili. "Io dico addio a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia o sceglie a caso per i tiramenti del momento curando però sempre di riempirsi la pancia e dico addio al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore, a chi si dichiara di sinistra e democratico però è amico di tutti perché non si sa mai".
Stiamo vivendo una grande transizione che ha messo a nudo le nefandezze e i privilegi di una casta incline a preoccuparsi esclusivamente del proprio esilio dorato. Anche grazie alle trasformazioni innescate dalla globalizzazione, emerge il dato inconfutabile di un ceto politico inadeguato e incapace di interpretare i bisogni di una società che appare sempre più disarticolata a causa di una crisi di cui tuttora non si intravede la fine.
L'opera di Edmond Rostand è ispirata alla figura dello scrittore Savinien Cyrano de Bergerac, figura realmente esistita nel '600. Si tratta di una commedia in cinque atti che ritrae le prodezze di un estroso spadaccino che, oltre ad avere un naso smisurato, è dotato di un'impareggiabile favella. Il brano che proponiamo sintetizza mirabilmente l'integrità morale di Cyrano, guascone e ribelle, un galantuomo sempre sprezzante dei compromessi. Ne sconsigliamo la lettura ai filistei, ai piaggiatori, ai cerchiobottisti e a tutti coloro che non si curano di sapere dove sta la ragione ma a chi conviene darla.
Stare in Europa significa che dobbiamo rassegnarci a rispettare le regole. Pensavamo fosse uno scherzo, una “boutade”, invece stavolta si fa sul serio. Nasce da questa renitenza la crescente fobia per l’Europa: siamo sempre rimasti un popolo recalcitrante alle regole. Tra i banchi di scuola germoglia la cultura clanica di un popolo allergico alle istituzioni: si inganna il professore da giovani per poi gabbare lo Stato da adulti.
Proponiamo un brano di Pierre-Joseph Proudhon, sociologo, economista e anarchico francese, per rappresentare i rischi di una democrazia quando i governanti smarriscono la capacità di rappresentare i governati. Questo deficit di rappresentanza può risultare letale alla democrazia perchè, col tempo, si consolida nel popolo la convinzione che "essere governato" costituisca un sopruso e una sopraffazione. Come diceva Rousseau, "eliminate opulenza e miseria perchè dalla prima nasce la tirannide e dalla seconda i fautori della tirannide".
Dopo gli anni roboanti del berlusconismo nei quali la scena pubblica è stata occupata, in modo soverchiante, da un Grande Illusionista che ha allegramente dispensato ottimismo e buonumore, oggi gli italiani si trovano alle prese con un governo incomparabilmente superiore sia sul piano della forma che della sostanza. Ciò malgrado, lo stato d'animo degli italiani è di assoluto sconforto. Non basta risanare i conti pubblici, occorre restituire fiducia al cittadino.