Sabato 16 giugno 2012 la leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, ha ricevuto formalmente a Oslo il premio Nobel per la pace che le era stato conferito nel 1991, quando si trovava agli arresti sotto il regime militare del suo Paese. Nel discorso di ringraziamento, Aung San Suu Kyi, ha sottolineato che la strada verso una piena libertà politica è ancora lunga per la Birmania. Proponiamo il discorso integrale di San Suu Kyi affinchè si possa capire l'importanza dei diritti civili e il valore della libertà e della democrazia che troppe volte sembrano sfuggire a noi occidentali.
La crisi economica ha tolto il proscenio a personaggi come Briatore, Corona e Lele Mora, assurti a paradigmi sociali con l'avallo di una borghesia storicamente riluttante a farsi interprete dell'interesse generale. Nel nostro paese continua a mancare una borghesia in grado di farsi carico delle sorti collettive di una nazione che, sotto l'incalzare di una recessione senza fine, rischia di incattivirsi e dividersi sempre più. Dalle crisi possono nascere Churchill e Roosevelt ma anche Hitler e Mussoliini...
Tullio De Mauro, il più grande italianista vivente, fu bocciato all'esame di licenza ginnasiale, in Italiano, Latino e Greco; l'onorevole Giulio Andreotti fu bocciato in terza media perchè aveva 4 in Latino; il compianto Tommaso Padoa Schioppa, che divenne un grande economista, fu bocciato al primo esame universitario in Economia. Glissiamo sul caso più clamoroso della storia, quello di un somaro di nome Albert Einstein, di cui sono note le immani fatiche tra i banchi di scuola. Ecco perchè i risultati scolastici non devono farci perdere d'animo.
"Il mondo ci ha messo molto a rendersi conto che stiamo vivendo quest'anno all'ombra di una delle più grandi catastrofi della storia moderna. Ma adesso che ha preso coscienza di ciò che sta accadendo, pur non conoscendone le ragioni e le origini, l'uomo della strada è pieno di timori che potrebbero rivelarsi eccessivi, così come in precedenza, quando si profilava il disastro, non manifestava il benchè minimo segno di quella che sarebbe stata una ragionevole ansia". John Maynard Keynes, La grande crisi del 1930
Da anni stiamo arretrando sul terreno della ricerca e dell’innovazione ma, come succede in altri campi, la scuola italiana va avanti da sola, per inerzia. Nessun governo è mai riuscito a scalfire l'inefficienza cronica del "sistema" che seguita a sopravvivere grazie al volontariato e alle prodezze dei singoli: bisogna sperare di imbattersi nel docente preparato, o nel medico competente o nel magistrato attento. Ma, diceva Brecht, "sventurata è la terra che ha bisogno di eroi".
In occasione della chiusura del settimo raduno mondiale delle famiglie tenutosi a Milano, il Papa ha rivolto un appello alle persone separate e divorziate assicurando loro il "sostegno" delle diocesi. Pur apprezzando la sensibilità del Santo Padre, noi siamo dalla parte di chi invoca l'eucaristia anche per le persone che abbiano contratto un nuovo matrimonio perchè l'Amore di Dio e l'Amore degli uomini non possono giustificare quella che viene vissuta e percepita come una grave ingiustizia.
"In the name of God, go!", In nome di Dio, andatevene! Si tratta della celebre frase pronunciata il 20 aprile del 1653 da Oliver Cromwell, l'uomo che aveva imposto con la forza il regicidio di Carlo I pochi anni prima, nel discorso con cui sciolse il Parlamento. In modo beffardo, talora la storia si ripresenta, non importa se sotto forma di farsa o di tragedia.
Un anno prima del divampare della crisi economica del 1929, il partito nazista di Adolf Hitler aveva appena il 2,8% dei consensi. Alle elezioni del settembre 1930, Hitler balzò al 18,3% per poi diventare il primo partito del Reich nel 1932 con il 37,4%. Stiamo attenti, perciò, a non scherzare col fuoco perchè basta poco, alle fragili democrazie, subire una repentina svolta autoritaria. Sarebbe delittuoso dimenticare che l'Italia resta, purtroppo, una fragile democrazia.
«Io so i nomi dei responsabili delle stragi italiane», così scriveva Pier Paolo Pasolini il 14 novembre 1974 sul Corriere della Sera. Un anno dopo, il 1 novembre 1975, rilascia un'intervista a Furio Colombo per "La Stampa", che per espressa volontà di Pasolini stesso, viene pubblicata con il titolo: "Siamo tutti in pericolo". Il giorno dopo, il 2 novembre 1975, il corpo dello scrittore viene trovato privo di vita all'Idroscalo di Ostia.
Il 2 giugno 1946 gli italiani conobbero per la prima volta il suffragio universale. Ogni italiano venne chiamato ad esprimersi sulla scelta tra Monarchia e Repubblica e, nel contempo, ad eleggere i rappresentanti dell'Assemblea Costituente a cui sarebbe spettato il compito di redigere il testo della nuova Costituzione. Proponiamo una frase storica di don Sturzo per ridestare la coscienza democratica e il senso di appartenenza alla nostra nazione che, malgrado appaiano un pò sopiti, restano i veri fondamenti della nostra Repubblica.