Malgrado gli scandali giudiziari che imperversano a destra, la sinistra non riesce ancora ad essere sufficientemente credibile per accreditarsi alla guida del Paese. Qualcuno dovrebbe spiegare quale corto circuito ha determinato questa svolta culturale della sinistra che da tempo avverte l'irresistibile prurito di voler schierare un “leader carismatico” come accade a destra. Non è un caso se, oggi, l'unica, vera novità è costituita da Renzi che rappresenta il sigillo ufficiale di questa omologazione politica e culturale della sinistra italiana.
Cercate di memorizzare al più presto i nomi degli studenti e sorridetegli almeno un paio di volte. Non confermateli nell’opinione che la categoria sia composta di marziani tangenziali alla vita, che odiano la gioventù e il rumore e il disordine. Soprattutto è bene ricordarsi che anche i più incredibili tra i soggetti che stanno tra i banchi hanno, seppur confusamente, elaborato un mezzo progetto che li ha portati a stare lì.
Tra i vari misteri che circondano la vita di Skakespeare, quello del rapporto con l’Italia è fonte di molte discussioni. E’ certo che nel suo teatro sono numerosi i riferimenti all’Italia, e ciò spinge alcuni studiosi a sostenere che sia stato in Italia, o che conoscesse l’italiano. Ma sono solo ipotesi dai più negate. E' certo, però, che il poeta inglese fece ampio uso di storie e temi della letteratura italiana.
Di Shakespeare si sa poco o nulla. Ciò ha favorito la nascita di dubbi sulla paternità delle sue opere e sulla sua stessa identità, tanto che si sono avanzate diverse candidature. Alcuni hanno anche ipotizzato che in realtà il poeta inglese fosse italiano e lo identificano con il siciliano Michelangelo Florio Crollalalanza, fuggito dall’Italia perché di religione calvinista. A Londra avrebbe vissuto sotto falso nome, traducendo il nome della madre Guglielma (William), Crollalanza (Shake= scrollare/Speare=Lancia).
Da tempo la scuola italiana si presenta come un pachiderma, immutabile e uguale a se stesso, incapace di stare al passo dei tempi. La televisione e il web hanno acuito la divaricazione tra il linguaggio dei giovani, avvezzi alla velocità del messaggio digitale, e quello dei professori, adusi a perpetuare un sapere che ai giovani risulta stucchevole, lento e fuori dal tempo.
Il 1 giugno 1914 Giovanni Papini pubblica un pamphlet il cui titolo sintetizza il pensiero provocatorio del giovane scrittore sulla scuola. Secondo Papini la scuola insegna a tutti, in modo maldestro, le stesse cose senza tener conto delle molteplici diversità d’ingegno, di estrazione sociale, di bisogni. Così come è concepita, secondo Papini, la scuola italiana finisce per rendere stupidi studenti e professori insieme. Un testo paradossale che, senza essere preso troppo sul serio, può essere utilizzato come proficua lente d'ingrandimento per capire alcune tare storiche della scuola italiana.
"I nostri uomini politici non fanno che chiederci a ogni scadenza di legislatura un atto di fiducia. Ma qui la fiducia non basta: ci vuole l'atto di fede". Si tratta di una celebre battuta di Indro Montanelli, uno dei giornalisti più caustici nella storia del giornalismo italiano. La Politica, arte nobile spesso immeritatamente vituperata a causa dello spettacolo miserando offerto dai partiti, è sempre stata bersaglio di ironie, sberleffi e boutades, come dimostra questa breve sìlloge di aforismi.
La legge sui rimborsi elettorali e la legge sull'editoria rappresentano il terreno sul quale i partiti sembrano stringersi in una grande alleanza che finisce inevitabilmente per indurre il cittadino a sospettare che esista un grande pateracchio (oggi si dice "inciucio") abilmente occultato dalle manfrine di un teatrino autoreferenziale e privo di senso. Le cifre che segnaliamo dimostrano la fondatezza della tesi da noi sostenuta nell'articolo precedente secondo cui la destra e la sinistra costituiscono, di fatto, due facce della stessa medaglia: la conservazione dello status quo.
La disputa esistente in Italia verte ancora oggi su due opposti conservatorismi che rispecchiano la ritrosia dell'establishment verso qualunque svolta da cui possano sortire nuovi assetti e nuovi equilibri. Spetta ai giovani dare la spallata ad un ceto politico che utilizza Monti solo per rifarsi la verginità e occultare le proprie responsabilità in ordine al saccheggio della finanza pubblica, agli infiniti privilegi finora goduti, alla mortificazione del merito e delle intelligenze.
La poesia scritta nel 1942 dal poeta francese Paul Eluard è un vero e proprio inno alla libertà, bene supremo dell'uomo grazie al quale egli può aspirare a propugnare le proprie idee e decidere le proprie azioni. In quest'accezione la libertà appare solo come un mezzo ma in realtà essa rappresenta anche un fine (il fine!), che ogni uomo è chiamato a perseguire con tenacia.