L'esplosione del "grillismo" rappresenta il canto del cigno di un ceto politico incapace di capire il Paese. Pd e Pdl sono due anticaglie incapaci di parlare al cittadino. Stiamo entrando in una fase delicata della nostra storia, è bene che Bersani e Berlusconi si rendano conto che è tempo che si facciano da parte perchè il paese non attende altro ma, soprattutto, perchè il mondo ci guarda sbigottito in attesa di capire se ci si può ancora fidare di noi.
In Italia ci sono 3 milioni di poveri e 8 milioni di persone che vivono in stato di “povertà relativa”. Si tratta di quegli italiani che hanno lo “stipendio delle tre settimane”, come lo definiva Enzo Biagi. Vivono con il conto corrente perennemente in rosso e spesso sono oberati da rate e finanziamenti. C'è un altro dato che risulta allarmante su cui la politica ha glissato per evitare di dover rispondere: malgrado vi risieda un terzo della popolazione nazionale, nel Sud si concentra il 70% delle famiglie povere.
Il nostro paese ha il dovere di rivendicare in modo perentorio la necessità di emendare l'attuale impalcatura europea che tutti i popoli degli Stati percepiscono ormai come un orribile Leviatano che non risponde al cittadino. Inoltre, non si può più fingere di ignorare che la crisi sistemica che ha colpito il capitalismo impone la necessità di disciplinare in modo rigoroso la finanza che rappresenta non solo una costante minaccia per l'economia reale ma anche un grave pericolo per la democrazia.
L'irrefrenanbile vocazione populista riscontrabile in tutti i partiti costituisce il dato più desolante di una campagna elettorale in cui ogni attore proclama la propria estraneità al tracollo di un paese che appare smarrito. Il ritorno del Cavaliere sancisce in modo esemplare l' “eterno ritorno” a questa sorta di palude che è la politica italiana. Il paese è depresso e sfiduciato, tutti sono contro tutti ma la verità è che nessuno è in grado di dire come farlo uscire dalla crisi.
La dimensione della crisi economica che ha colpito l’Occidente industrializzato impone una seria riflessione “sistemica” che non può essere appannaggio dei soli economisti i quali, dopo le scellerate profezie degli ultimi anni, dovrebbero per una volta avere il buon gusto di ascoltare. Un recente rapporto del Fondo Monetario Internazionale dimostra che sono stati sbagliati i calcoli concernenti l'entità della recessione che sarebbe stata causata dall'austerità adottata dai governi.
Ognuno ha una caverna dentro di sè dove ritirarsi per rigenerarsi: simbolo di rinascita e di rottura di equilibri prefissati, vi rientriamo tutti ogni qual volta avvertiamo la necessità di scavare in noi per capire. Dobbiamo imparare ad ascoltarlo questo mondo interiore, abitandolo, rinnovando la scelta di ritornarci sempre più spesso e sempre più a lungo, per trasfigurarci, per imparare a stare nella Presenza consapevole del qui ed ora, a scegliere l’agire invece del re-agire, in assoluta libertà creatrice.
Dopo aver preso atto della improvvisa liquefazione del Pdl, il Cavaliere ha dovuto riprendere vigorosamente l'iniziativa per ricompattare le truppe e tentare una sortita da par suo in grado di spiazzare tutti, alleati e avversari. Berlusconi non poteva rassegnarsi all'idea che lo sfaldamento del centro-destra potesse propiziare una larga vittoria del centro-sinistra a cui il Cavaliere imputa storicamente un insidioso collateralismo con la magistratura, vero incubo dell'ex premier.
Vent' anni fa, esattamente il 19 dicembre 1992, moriva Gianni Brera, il più grande giornalista sportivo di tutti i tempi. Un tributo ad un grande maestro la cui scomparsa ha reso orfani tutti gli appassionati di calcio che, con Brera, è assurto a dignità di vera arte, non solo agonistica, ma anche letteraria. Grazie al Grangiuàn, il calcio potè inventare un proprio lessico. A lui si devono termini ormai di uso comune come "centrocampista, "incornare", "fare melina", "forcing", "libero", perfino le espressioni "siamo alla frutta" e l'aggettivo "intramontabile".
Le grandezze reali della nostra economia denunciano un costante arretramento. Occorre ammettere che il governo dei tecnici, salutato dalla grande stampa come l'unico esecutivo in grado di risollevare le sorti della nostra economia, ha disatteso profondamente le aspettative degli italiani a causa della pervicace convinzione che il rigore fosse l'unica strada possibile per poter ridare slancio al paese.
Il ballottaggio tra Bersani e Renzi rappresenta il bivio davanti al quale si trova oggi il Pd: una mutazione genetica in grado di farne una sorta di "catch all party" ("partito pigliatutto"), cioè un partito all'americana dal programma eclettico e con un forte leader carismatico, oppure un partito classico, nel solco della tradizione, con uno solido radicamento sociale, un leader attento a preservarne i tratti identitari e alieno da tentazioni populiste.